Figli adottivi: l’assurdità di chi non li considera come gli altri

Ci sono bambini che appena nati invece di trovare ad aspettarli le braccia di mamma e papà, trovano la culla di un ospedale e poi di un istituto. Quando va bene. Perché quando va male trovano un marciapiede, il cesto dell’immondizia, una morte non veloce e non indolore.

Ci sono uomini e donne che non riescono ad avere figli. E non è facile venire a patti con il proprio corpo, con le aspettative di una coppia che sogna un bambino, con le domande indiscrete e dolorose di chi si ha intorno.

Ma da due grandi dolori, a volte possono nascere famiglie meravigliose. E tanti papà e tante mamme sono nati guardando per la prima volta il faccino di un bimbo che non era stato messo al mondo da loro…oppure sì, perché un figlio nasce davvero quando due braccia sono pronte a stringerlo.

Ci sono persone che attraversano il mondo per andare a dare una speranza al loro bambino. E affrontano mille difficoltà per questi figli. Prendono il loro dolore, il loro abbandono e lo trasformano in un grande amore.

E una mamma è mamma sempre. E a chi ancora crede che ci sia differenza se un figlio nasce dal cesareo o dal parto naturale, vorrei mettere davanti le immagini delle mamme adottive che conosco io. Super mamme, donne meravigliose, un unico cuore che batte per questi bimbi arrivati da lontano.

Davanti all’amore, dovremmo solo inchinarci. E dovrebbe farlo anche Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, che ha decretato invece che i figli adottivi non hanno diritto al bonus bebè. 

Perché non sono nati.

A me questa frase prende allo stomaco: perché non sono nati? Perché non sono usciti dalla pancia delle persone che li amano e li crescono? Eppure tutti sappiamo che impegno anche economico sia un’adozione, e alle famiglie adottive quel bonus sarebbe d’aiuto.

Tante volte abbiamo detto che quando nasce un figlio nasce anche un genitore. Che è l’amore che da senso ad una famiglia. E che di fronte all’amore nulla conta.

La serie A e la Serie B, caro Roberto Maroni, lasciamole al calcio, che stanno meglio lì.

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