Mi costi, ma quanto mi costi? Sembrerebbe che sia questa una delle domande più frequenti che i futuri genitori si pongono durante la gravidanza, confermando la tendenza che vede nei figli sempre di più un costo e meno una fonte di felicità, tanto che sono stati messi a punto anche dei calcolatori molto precisi per stimarne le spese di mantenimento nel corso della vita.
Crescere i figli, ovviamente, ha un costo, ma quale che sia l’ammontare di questo impegno economico, il più delle volte dipende dalle scelte che facciamo noi come genitori.
Con l’acuirsi della crisi, infatti, sono stati rilanciati tanti modi per crescere i figli, senza “svenarsi”, partendo proprio da un cambio dello stile di vita della famiglia progressivamente più lontana dai canoni consumistici dell’attuale società e sempre più vicina a uno stile più ecosostenibile.
Il primo e, a quanto pare, più duro (anche in senso economico) anno del bambino può essere agevolmente superato stilando una funzionale lista nascita, affidandosi a baratto e mercatini dell’usato, rivalutati nella consapevolezza che spesso non serve investire denaro in beni (come ad esempio la culla) che durano pochi mesi; i pannolini tradizionali stanno lasciando sempre più spazio a quelli lavabili così come gli omogeneizzati fai da te sostituiscono le pappette dei nostri piccoli, al posto di quelli industriali.
A livello di famiglia, non mancano occasioni per ridurre i consumi: dall’utilizzo di lavatrice e lavastoviglie a pieno carico all’abbassamento della temperatura di lavaggio; dall‘autoproduzione di alimenti al dare nuova vita ad abiti e accessori smessi: risparmiare non è certo un’utopia.
Un figlio cambia la vita, è vero, ma anche lo stile: approfittiamo della nuova vita a tre, quattro o cinque non solo per far quadrare i conti, ma anche per cambiare le nostre abitudini, abbracciando un lifestyle più sostenibile e, perchè no, economico.
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