I figli piccoli ci amano di un amore incondizionato, esattamente così come siamo, imperfette, precise, non sempre presenti.
Loro ci amano per il semplice motivo di essere i nostri figli. Ci amano senza fare domande, ci amano anche quando noi crediamo di non meritarlo tanto amore, quando andiamo di fretta, al nostro passo, senza rispettare il loro.
Ci amano di un amore che spesso non capiamo, con una fiducia cieca nella quale racchiudono tutta la loro felicità e le loro aspettative.
Per loro siamo le madri e i padri migliori del mondo, le fonti d’amore più inesauribili che possano esistere, la coperta più calda che esista, il giocoliere più divertente a cui si possa pensare, il medico più efficiente che possono desiderare, la ninna nanna più dolce che qualcuno ha loro cantato.
È così. Così senza spiegazioni.
Così finché i nostri figli non crescono un po’ e iniziano a vedere con i loro occhi, e a percepire come tali, le nostre mancanze, quelle che fino a poco prima erano coperte dal velo del loro amore.
Loro crescono e cambia il modo di amare, di amarci. Loro crescono e chiedono il conto, esattamente come noi facciamo con le persone che decidono di prendersi cura di noi.
Loro crescono e smettono di amarci in modo incondizionato perché imparano a guardare.
E noi cosa possiamo fare? Continuare ad amarli incondizionatamente perché io è questo che vorrei che mio figlio portasse con sé nella vita: la certezza che non importa se è diverso da me o da come lo immaginavo, il mio amore per lui sarà sempre infinito.
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