La crisi ha fatto venir fuori il nostro lato virtuoso in tema di risparmio e consapevolezza sugli acquisti, ma i numeri dello spreco alimentare in Italia sono ancora troppo alti.
Stando al rapporto 2013 dell’osservatorio Waste Watcher, ogni famiglia butta via circa 213 grammi di cibo a settimana per l’equivalente di 7,06 euro, che moltiplicati su scala nazionale portano a un totale di 8,7 miliardi di euro l’anno finiti nella spazzatura.
Nel frattempo, inutile ricordarlo, crescono le famiglie che vivono alle soglie della povertà. Il trend negativo si può però invertire individuando nuovi modelli di consumo, magari basati sul condividere con gli altri risorse che altrimenti andrebbero sprecate: questa l’idea da cui nasce il sito I food share, fondato da tre giovani siciliani (Daniele Scivoli, Francesco Perticone ed Elisabetta Di Benedetto) con l’obiettivo di mettere in contatto attraverso il web persone che hanno del cibo inutilizzato da donare e altre persone che di quel cibo necessitano.
Privati cittadini, associazioni o aziende, chiunque può entrare a far parte della rete di I food share compilando gratuitamente il form di registrazione presente sul sito. Una volta registrati, si può inserire la propria offerta con gli alimenti da donare (va bene qualunque cosa, anche semplicemente un pacco di pasta), oppure si può verificare attraverso una ricerca per città la quantità e tipologia di “ceste alimentari” disponibili nei pressi del luogo in cui viviamo.
Per ogni cesta viene indicata la data di scadenza, e il sito offre un sistema di messaggistica interna per consentire a donatori e beneficiari di mettersi in contatto e concordare le modalità di consegna e ritiro della merce.
Finora, a quasi un anno dalla sua nascita, I food share ha già permesso di scambiare ben 500 chilogrammi di cibo: un bel traguardo, ma tutti possiamo contribuire a far di più, cominciando a guardare nelle nostre dispense.
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