I vertici dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna hanno vinto il ricorso fatto al tribunale di Modena, per limitare la potestà genitoriale di un bimbo di due anni, che necessitava di un delicato intervento al cuore che rischiava di essere bloccato a causa della decisione dei genitori di non accettare sangue no vax.
Accolto il ricorso contro della famiglia che voleva solo sangue “pulito”
Silvia Marzocchi, capo della Procura per i minori di Bologna non ha avuto esitazioni lo scorso 2 febbraio nel presentare ricorso in tribunale al fine di tutelare la salute del piccolo di due anni che aveva bisogno di un operazione chirurgica a causa di una particolare patologia.
I genitori del bambino sono stati chiamati in causa dato che non avrebbero accettato donazioni di sangue per il loro piccolo, se non fosse derivato da donatori no vax. La questione ha subito sollevato polemiche e ha messo tutto lo staff medico in stato di allerta, data la necessità di non poter rinviare l’intervento.
Il giudice ha così accolto l’istanza dell’istituto sanitario, ritenendo totalmente garantito e sicuro il sangue fornito dall’ospedale.
Le motivazioni addotte dai genitori a riguardo della scelta di non accettare sangue no vax per l’intervento del loro bambino
Il legale Ugo Bertaglia, avvocato difensore dei genitori del piccolo malato, ha reso noto che le ragioni che hanno spinto la coppia di coniugi a non voler accettare sangue “no vax” si fondavano su motivi di carattere medico e religioso.
In primis, la paura che il sangue dei vaccinati contro il Covid-19 potesse nuocere al figlio a causa della proteina Spike, di cui – a detta loro – non si conoscono gli effetti a lungo termine. In secondo luogo la coppia temeva che il siero utilizzato nei vaccini fosse stato sperimentato/prodotto da cellule umane provenienti da feti di aborti volontari.
Le loro supposizioni sono state considerate infondate, dato l’iter di controllo al quale vengono sottoposti i donatori di sangue e vista la mancanza di supporto scientifico alle loro teorie: il giudice ha dunque ritenuto che il sangue fornito dall’ospedale fornisse tutte le garanzie di assoluta sicurezza e ha dato dunque il benestare per procedere con l’operazione, necessaria per salvare la vita al piccolo. La coppia aveva anche lanciato un appello attraverso canali no vax per trovare volontari per la donazione del sangue.
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