26 gennaio 2024 –
La difficoltà di conciliare vita di famiglia e lavoro è un problema globale, ma in Italia, questo ostacolo si presenta con caratteristiche uniche, specialmente per le mamme. In questo quadro, qualcosa però si sta muovendo, con sempre più aziende family friendly che offrono migliori condizioni di lavoro ai giovani genitori, università che diventano più flessibili per l’obbligo di frequenza e nuove startup che offrono lavori sempre più flessibili.
L’Italia non è un paese per mamme: 42% delle mamme non occupate
I recenti dati dell’Ispettorato del lavoro mettono in luce un trend preoccupante: nel 2022, le dimissioni di lavoratrici diventate da poco mamme sono aumentate del 18,7% rispetto al 2021, raggiungendo il numero di 44.699. Questo dato rappresenta più del doppio rispetto a dieci anni fa, sottolineando una crescente difficoltà nel bilanciare gli impegni professionali con quelli familiari.
La sfida per le mamme lavoratrici è quella di poter avere una vita professionale oltre che una vita familiare ed è un problema che caratterizza sia i papà che le mamme, ma con una forte pendenza a sfavore di queste ultime.
Infatti oltre il 60% delle neo-madri in Italia evidenzia la difficoltà di conciliare il lavoro con la cura dei bambini come motivo principale delle dimissioni, contro solo il 7,1% dei padri. Questa disparità sottolinea non solo le sfide incontrate dalle donne che lavorano, ma anche la necessità di un maggiore sostegno e flessibilità da parte dei datori di lavoro.
L’ultimo rapporto Istat conferma ulteriormente la problematica: con un tasso di disoccupazione dell’8,1% e il 42,6% delle mamme tra i 25 e i 54 anni non occupate, l’Italia mostra un evidente bisogno di progresso verso la parità di genere. Nel settore dell’imprenditoria, la situazione non è migliore: a livello globale solo il 15% delle startup innovative è guidato da donne, una percentuale che in Europa scende addirittura al 12%.
Promama: una startup per le Mamme Lavoratrici e il lavoro flessibile
In risposta a queste sfide, emerge Promama, un punto d’incontro innovativo per l’impiego, mirato a supportare madri e padri lavoratori. L’obiettivo è quello di connettere genitori in carriera con aziende “family friendly”, promuovendo così un ambiente lavorativo più inclusivo e flessibile.
Claudine Rollandin, la sua fondatrice, ha maturato la decisione di creare quest’azienda dopo una carriera come product manager e anni di esperienza nel settore della consulenza e delle startup. Promama nasce proprio dalla sua esperienza personale: si è imbattuta nelle difficoltà nel bilanciare la maternità con la sua vita professionale.
Da neomamma, Claudine ha iniziato a percepire uno sfasamento tra le sue nuove priorità familiari e la sua carriera. “Ho capito che il mio lavoro non era più in linea con i miei valori e le mie nuove esigenze come madre” racconta. La sua ricerca di un’alternativa lavorativa più adatta alle esigenze di una mamma ha evidenziato le difficoltà di tanti altri genitori, che spesso si sono sentiti dire le frasi più scoraggianti “Da mamma cosa pretendi?” “E tuo figlio dove lo lasci?” come testimoniano anche le storie rilanciate sui social.
Verso un mondo del lavoro e dello studio più flessibile, ma a passetti di bimbo
Di recente, Repubblica riporta che l’Università Statale di Milano ha annunciato una svolta importante per i neogenitori che frequentano i suoi corsi: una sorta di “congedo parentale universitario” per gli studenti che sono da poco diventati genitori, anche se adottivi e affidatari. Grazie a questa nuova politica, si sospende l’obbligo di presenza e si facilitano le lezioni online per tutti i genitori. Una piccola rivoluzione per l’Ateneo milanese che offre corsi di studi sempre più flessibili e accessibili a tutti.
Questi dati e iniziative evidenziano il bisogno critico di cambiamento nelle politiche lavorative e nella cultura aziendale e formativa in Italia.
Le sfide sono significative, ma soluzioni innovative come anche la settimana corta e il lavoro flessibile indicano la strada verso un futuro dove conciliare vita privata e lavoro non sarà più un’impresa, ma una prassi accettata e sostenuta da tutti.
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