Presso il centro congressi Papa Luciani, in occasione dell’Epifania, un gruppo di genitori-attori ha portato in scena uno spettacolo teatrale dedicato ai bambini di Oncoematologia Pediatrica di Padova. Il ricavato sarà devoluto alla Fondazione Città della Speranza, una onlus che contribuisce alla ricerca scientifica. La meritevole iniziativa, giunta già al suo terzo anno, è opera di Michele e Veronica, genitori di una bimba salvata da un trapianto di midollo.
La compagnia teatrale amatoriale “Genitori in fuga” da tre anni a questa parte, porta sul palcoscenico una commedia divertente al fine di strappare un sorriso ai bimbi ricoverati nel reparto di Oncoematologia pediatrica e alle loro famiglie. La rappresentazione, come ogni anno, ha avuto luogo a Natale presso Casalserugo e il giorno dell’Epifania presso il centro congressi Papa Luciani. Lo spettacolo, interpretato con entusiasmo e bravura dal gruppo di genitori solidali, si chiama “Tutti per Uno” e anche quest’anno si è rivelato un vero e proprio successo di pubblico: non solo è riuscito a far ridere gli spettatori, ma ha anche trasmesso loro un messaggio di speranza.
Michele e Veronica: due genitori coraggiosi
La figlia di Michele e Veronica quando aveva appena sei mesi fu colpita da una grave forma di immunodeficienza che la costringeva a vivere in una sorta di campana di vetro, in quanto qualsiasi patologia per lei avrebbe potuto rivelarsi mortale. Grazie a una equipe di specialisti del reparto di Oncoematologia pediatrica di Padova la piccola fu sottoposta a un trapianto di midollo (donatole dallo stesso padre) grazie al quale è riuscita a uscire dalla propria “bolla” protettiva e a vivere un’esistenza normale. In seguito a questa esperienza, i genitori della bimba hanno deciso di mettere su una compagnia teatrale composta da genitori-attori e finalizzata a offrire supporto a tutte quelle famiglie che vivono un’esperienza dolorosa a causa della malattia di un figlio. A tal proposito Veronica ha dichiarato: “Cerchiamo di essere vicini anche ai bambini e alle loro famiglie che si trovano ancora ad affrontare le difficoltà di una malattia; è il nostro modo di dire loro che non solo soli”.
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