Cosa non faremmo per proteggere i nostri bambini? Per salvaguardarli, difenderli, tutelarli contro tutto e tutti, ogni genitore darebbe tutto sé stesso. Un’attitudine che caratterizza in particolar modo la società attuale –quella dei genitori apprensivi e chioccia – e che può avere anche risvolti negativi. La nostra generazione è stata ribatezzata come quella dei “genitori spazzaneve”, e non è difficile capirne i motivi.
Sotto una campana di vetro i bambini rischiano di non crescere mai e di non imparare il senso della responsabilità.
Lancia questo allarme una preside inglese che punta il dito contro i cosiddetti “genitori spazzaneve”: una categoria di mamme e papà che, spianando la strada ai figli e ripulendo il loro cammino da ogni difficoltà, in realtà finiscono con il danneggiarli.
Chi sono i genitori spazzaneve
I “genitori spazzaneve”, fragili e ansiosi, non capiscono che gli ostacoli, per i bambini, rappresentano un importante momento di crescita e uno step fondamentale di sviluppo.
Specie quelli vissuti sui banchi di scuola. L’ambiente scolastico, infatti, con le prime regole, le norme sociali e di buona educazione, il rigore degli insegnanti e l’obbligo dei compiti e del sacrificio, impone ai bambini modelli di comportamento che li condurranno a diventare adulti responsabili e capaci di affrontare gli impegni della vita.
Vogliamo davvero crescere dei figli fragili?
Per i genitori ansiosi e apprensivi, invece, sempre più spesso la scuola è il nemico da fronteggiare. Un’entità minacciosa da cui difendere i bambini, giustificandoli in ogni situazione. Il bambino non ha fatto i compiti? Il bambino non vuole andare a scuola? Il bambino ha preso un brutto voto? Il genitore spazzaneve in tutte queste situazioni tende a frapporsi tra il piccolo e la scuola, facendo muro e giustificandolo in ogni circostanza, per difenderlo ed evitargli il sapore amaro del fallimento.
I bambini iperprotetti, così, finiscono per non avere gli strumenti per crescere e rimangono imprigionati nella loro condizione infantile troppo a lungo.
E allora, genitori, riflettete: siete davvero sicuri di volere allevare una generazione di individui deboli e fragili?
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