Ho un figlio di otto anni ancora orgogliosamente convinto che Babbo Natale esista. D’altra parte, anche io, dall’alto dei miei quaranta non mi sono ancora del tutto convinta del contrario.
I bambini e la magia del Natale
Ho letto tempo fa di una ricerca condotta da un team di psicologi sulla percezione del fantastico da parte dei più piccoli. Gli studiosi, in questo lavoro, si proponevano di capire non tanto cosa i bambini reputassero reale o meno, quanto di evidenziare quali figure i piccoli percepissero come reali rispetto ad altre.
Draghi, alieni, Elsa di Frozen, dunque, e chiaramente Babbo Natale che è risultato insieme ai dinosauri e alla fata dei denti, più credibile rispetto agli alieni e ai fantasmi.
In effetti, se ci pensate, chi è che si sognerebbe di dire che Babbo Natale è una figura di fantasia? Di certo, non io. Pensiamo ai rituali e alle tradizioni, dal latte con i biscotti ai biglietti lasciati sotto l’albero che danno per forza di cose una parvenza di realtà a questa figura.
Anche noi genitori vogliamo ancora credere a Babbo Natale
La sua è una presenza tangibile, che noi adulti ci impegniamo a rendere tale e che per quanto ogni bambino sa, lo capisce quasi subito la prima volta che vede spuntare dal barbone gli stessi occhi del nonno o del papà, che dietro al vecchio con la barba ci sono i genitori, nessuno riesce davvero ad ammetterselo.
Non so se c’entri qualcosa il fatto che ammettere che Babbo Natale è esattamente come gli unicorni significherebbe prendere atto del fatto che siamo diventati grandi o il fatto la notte di Natale è in qualche modo avvolta da una certa magia, ma in vita mia non ho conosciuto mai nessuno che mi abbia detto in faccia che Babbo Natale non esiste.
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