Diventi mamma la prima volta e scopri un mondo. Ti informi, ti ci immergi, passi dalla teoria alla pratica e alla fine, quel mondo, ti pare quasi di conoscerlo e capirlo al volo.
Poi però diventi mamma per la seconda volta, vivi attimi ed esperienze completamente diversi, e capisci sulla tua pelle quella frase che: “ogni bambino è diverso e ogni mamma vive le sue difficoltà“. In un certo senso riparti da capo. Ti accadono cose che con la prima gravidanza non ti avevano nemmeno sfiorata, cose che parevano accadere solo alle altre mamme.
Mea culpa: quei piccoli giudizi che hai rivolto ad altre mamme
E allora ti viene voglia di scrivere un mea culpa, un mea culpa rivolto a tutte quelle cose che non credevi davvero esistessero, a quei piccoli giudizi che, pur senza cattiveria alcuna, nella tua testolina ti è capitato di rivolgere ad altre mamme.
Il mio personale mea culpa è rivolto a tutte le volte che ho pensato che allattare al seno fosse la scelta più naturale al mondo, senza pensare ai mondi infiniti che abitano ogni donna.
A tutte le volte che ho pensato che se un bambino piange va tenuto in braccio, senza considerare il fatto che a volte la schiena può far davvero male.
A tutte le volte che ho pensato: “chissà perché quella mamma non esce a passeggiare”, senza sapere che magari il suo bambino non ama per niente stare sul passeggino e che le uscite possono diventare un incubo.
A tutte le volte che ho pensato “forse quel bimbo non ama l’auto perché non è stato abituato”, senza sapere che la sua mamma ha viaggiato più e più volte con lui che urla ininterrottamente, senza risultato alcuno.
A tutte le volte che ho pensato: “forse ha smesso di allattare troppo presto” o “forse sta allattando troppo”, perché sì, le ho pensate entrambe, senza considerare il basilare fatto che l’allattamento, naturale o artificiale, è frutto di scelte, consapevolezze e ragioni che solo una madre sente e sa.
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A tutte le volte che ho pensato stupidamente che tutti i bambini potessero in qualche modo assomigliare al mio.
A tutte le volte che ho pensato che lavaggi nasali e microclismi fossero troppo invasivi, senza considerarne la reale necessità.
A tutte le volte che non ho capito una mamma in difficoltà.
A tutte le volte che “avere la depressione post parto” mi sembrava una cosa così strana.
A tutte le volte che ho pensato che alcune mamme si staccassero troppo presto dai loro figli, senza considerare che magari fossero semplicemente pronte. Per necessità economiche o magari psicologiche.
A tutte le volte che ho pensato che bisogna giocare con i bambini, senza pensare che per qualcuno è davvero difficile, ma che quel qualcuno insegnerà loro qualcos’altro.
A tutte le volte che ho pensato di non dovermi lamentare, perché ciò che stringo tra le braccia è il bene più prezioso al mondo, senza pensare che quel bene resta tale anche se ogni tanto sento il bisogno di farlo.
A tutte le volte che: “ce la faccio da sola” quando in realtà avevo bisogno d’aiuto.
A tutte le mamme che mi sono sembrate troppo nervose, vorrei regalar loro un abbraccio di conforto, lo stesso abbraccio che sono certa che in momenti di calma danno ai loro figli.
A chi vuole cinque figli e a chi non ne vuole nessuno.
Dal cuore di una mamma, una mamma che non finisce mai di imparare
Questo è il mio mea culpa, un mea culpa che viene dal cuore di una mamma, una mamma che non finisce mai di imparare. Una mamma che ringrazia infinitamente il suo primo figlio, per tutto ciò che le ha insegnato, ma che grazie al secondo ha fatto “tabula rasa”, sospendendo ogni forma d’insito giudizio, perché ha imparato che ogni bambino è diverso, che ogni esperienza è a sé e che ogni mamma è unica.
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