Facciamo corsi per tutto: per guidare l’auto, per far funzionare un elettrodomestico, per imparare una lingua.
Ma per fare i genitori, chi ci dà la patente e controlla che stiamo facendo bene il nostro mestiere?
La storia di tutti i genitori, ed in particolare delle mamme, sembra ripetersi immutata: la coppia trascorre i 9 mesi dell’attesa del piccolo ascoltando i consigli di amici, specialisti, parenti, per poi scoprire, una volta varcata la soglia di casa con il fagotto in braccio, che non sono serviti a nulla e che ogni situazione è a sé.
Dopo la nascita di un figlio un supporto concreto è assolutamente importante e proprio in questa direzione si sono mossi i Paesi più innovativi ed evoluti di tutto il mondo. Ecco le innovative scelte fatte dai Governi stranieri a supporto delle neo- e future famiglie.
Il Governo Finlandese, ad esempio, invia ad ogni famiglia dopo la nascita di un figlio una ricca scatola composta da circa 50 oggetti, tutti utilissimi per affrontare le prime settimane di vita del neonato. La mitica scatola contiene tutine, pannolini, prodotti per il bagno e tanto altro, e funge anche da mini lettino: all’interno del piccolo box, infatti, i neonati possono comodamente dormire e sentirsi protetti.
In Norvegia l’attenzione è rivolta verso l’allattamento: figure specializzate aiutano le neo mamme ad attaccare correttamente il piccolo al seno, sia in ospedale che tra le quattro mura domestiche. Il risultato? I casi di mastite, da alcune stime, si sono ridotti del 60%.
In Australia, invece, il focus è spostato sul tema del sonno notturno: ecco perché sono state istituite delle “sleep schools”, ovvero dei corsi che preparano i genitori su come insegnare ai piccoli a riposare serenamente. Non solo prima del parto: i professionisti delle “sleep schools” seguono i genitori anche in casa, dopo la nascita.
Da poco anche il Governo Inglese ha annunciato di voler sostenere concretamente il tema della genitorialità: si parla di CanParent, ovvero di corsi obbligatori da seguire dalla gravidanza fino al quarto anno di vita del piccolo.
L’obiettivo? Duplice: da una parte le mamme e i papà potranno sentirsi più preparati ad affrontare i bisogni del bambino, dall’altro il Governo vedrà ridursi le spese di assistenza sociale verso genitori inadatti.
E noi, cosa stiamo aspettando?
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