I bambini hanno un dono inconsapevole.
Un tocco magico, si potrebbe dire.
Un prodigio meraviglioso.
Quello di alleggerirci la vita.
Con i loro sorrisi.
Co i loro abbracci.
Con la loro purezza.
Ci sono giorni che non ne abbiamo più.
Stressati al lavoro. Esausti. Qualche volta frustrati.
Vorremmo solo sparire nel divano.
Addormentarci magari davanti la tv.
Ed invece no.
Invece ci sono loro.
E le energie bisogna reinventarle.
Trovarle da qualche parte dal fondo del nostro corpo.
Perché quello è il loro momento.
Ed i bambini esigono attenzione.
Gioco. Movimento. Lotte.
Cene, dentrifici, pigiami, favole.
Tutto ad un tratto però quella frustrazione è volata via.
Quella stanchezza che avevamo sopra le spalle è ora quasi piacevole.
Sembra una carezza calda che ci prepara alla notte.
Giocare ed occuparci dei figli ci ha tolto quel peso dalla schiena. Ci ha liberato la mente.
Basta osservarli quando si meravigliano per un niente.
Il ghiaccio. La neve. Un’onda nel mare.
Quando sbigottiti ci chiedono delle stelle. Del sole.
Dei piccoli insetti.
Basta sentirli ridere di cuore quando qualcosa li diverte.
E allora ridiamo anche noi.
I bambini sono la nostra forza di antigravità.
I loro abbracci ci allontanano dalla pesantezza della vita.
I loro baci ci alzano da terra.
A pochi centimetri.
Dal suolo. E da tutto.
I bambini alleggeriscono il mondo con le loro domande.
Con i loro verbi storpiati.
I loro errori.
Le loro cadute.
Si potrebbe dire quasi che la nostra felicità sia legata a questa loro incompletezza.
Ancora piccoli.
Impacciati.
Questa nostra necessità di essere perfetti.
Questa volontà umana di primeggiare a tutti i costi sugli altri.
Allora sparisce.
E accanto a loro.
Un sonno lieto infine ci prende.
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