Se un figlio non cambia la vita, un uragano è solo una brezza gentile.
E se anche Marie Kondo, la regina del riordino, dopo tre figli dichiara di avere la casa in disordine, chi siamo noi per poter anche solo minimamente pensare che l’arrivo di un figlio non rivoluzioni vita, priorità, abitudini e idee?
Un figlio arriva come un uragano, genera caos (fuori e dentro), sporca, spariglia le carte. Un figlio è la vera e propria forza della natura che travolge le nostre vite. Notti di fuoco, momenti di dubbia lucidità, cacche che fuoriescono fino alla schiena, seni duri come palle da golf, seni svuotati che cambiano forma, giochi sparsi in ogni dove, il momento del pasto che diventa campo di battaglia, tu che riordini e il minuto dopo riparti da capo, le tensioni con il partner, i capricci dei due anni e poi la scuola, i compiti, arriva un altro bebè, ricominci, la continua paura di sbagliare, di non fare abbastanza…
Non stiamo esagerando, né tanto meno ci stiamo lamentando, stiamo solo tentando di raccontare la verità!
Instagram vs. Reality
Troppe volte nei social network ci imbattiamo in mamme, papà, case e gli stessi figli troppo patinati per essere veri. Mamme splendidamente truccate, papà sorridenti e accomodanti, case così bianche da mettere in discussione lo stesso concetto di bianco, figli con vestitini sempre puliti e all’ultima moda, fratellini che vanno d’amore e d’accordo.
Tutto questo esiste davvero?
Certo, ma è solo una minima parte della realtà. Quella che si può circoscrivere giusto nell’istante di una foto. Subito dopo arrivano i mollettoni tra i cappelli di mamma, i papà che si chiudono in bagno, le case che esplodono, i tre cambi puliti che non bastano, i fratelli che fanno a capelli. Questo sono i figli. Rivoluzioni, più o meno gentili.
Perfino la reginetta Blake Lively ha pubblicamente invitato un profilo IG, a cui si dichiara ormai affezionata, a mostrare la verità: “I miei figli ogni volta che giocano combinano disastri, tirano le orecchie al cane, quindi, nonostante continui ad amare Old Joy, le chiedo ufficialmente di smetterla di pubblicare queste foto che per me rappresentano una tortura“.
Non vi stiamo invitando a fotografare i vostri guai, stiamo solo cercando di far luce sull’altro lato della medaglia. Quel lato di cui troppe volte ci si vergogna, che si tenta di nascondere, perché costantemente sotto giudizio, ma che esiste.
Tutto quello che pensavo prima di diventare madre…
Non possiamo ostinarci a credere di essere gli stessi che eravamo prima di un figlio. Il cambiamento va accolto. E all’interno dello stesso magari ci si ritrova a scoprire infinite altre sfaccettature della vita. D’altronde chi più di un figlio può spingerci davvero a metterci in discussione, a far traballare le pareti di cartongesso di cui ci siamo circondati?
Anche Kayla Itsines, fitness coach dalla fama indiscussa, ha dovuto revisionare i suoi programmi fitness post parto, dopo aver constato che lei stessa non riusciva ad eseguirli. Un fallimento? O soltanto un po’ di sana normalità?
Pensiamo a tutte quelle cose di cui ci convinciamo prima di diventare genitori. Quella splendida fase in cui teorizziamo leggendo libri e accarezzandoci il pancione.
Mio figlio dormirà nella sua cameretta. Non lo abituerò di certo a stare in braccio. Se piange, hanno inventato il ciuccio. Mio marito e io usciremo a cena da soli almeno una volta a settimana. Non dovrò essere l’unica a sapere addormentare il bambino. Mio figlio starà bene con tutti.
E poi? E poi ti ritrovi con il figlio in mezzo al lettone, passi qualche notte seduta perché il bebè vuole dormire solo in braccio. Tuo figlio rifiuterà il ciuccio. A cena con tuo marito ci andrai felice, con il fagottino appresso. Di notte vorrai essere tu ad addormentarlo, perché ti sembra la cosa più bella e naturale del mondo.
O farai tutte le scelte inverse, perché sono quelle che ti fanno stare bene. Perché quando sei genitore arrivi al punto in cui te ne infischi di cosa è giusto e cosa è sbagliato, di tutte le cose che hai letto, di come faceva tua madre, tua suocera, tua sorella, la tua migliore amica, seguirai una semplicissima legge, quella guidata dal tuo istinto, quella che senti più tua.
In fin dei conti se la nostra famiglia si chiama NOSTRA un motivo deve pur esserci. Siamo noi a decidere. Chiudi gli occhi, tappati le orecchie e ascolta solo il tuo cuore. Non sbaglierai.
Ma io non voglio proprio cambiare!
E se proprio voglio restare la stessa e se proprio ne sono convinta? E se la casa mi piace solo bianca?
Mi ripeterò: fai ciò che senti tuo, ricorda solo che dal cambiamento si può anche tornare indietro, se invece mai si cambia, mai sapremo cosa poteva essere.
Un figlio è rivoluzione e alcune splendide epoche non sarebbero esistite se prima non ci fosse stata una rivoluzione.
Una Bionda e Una Penna
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