I genitori vanno a letto sempre più tardi: cos’è la procrastinazione del sonno

Il sonno è una funzione importantissima per la nostra salute, al pari del mangiare, bere e respirare. Tuttavia, molte persone, in particolare i genitori, si trovano spesso a lottare per raggiungere le famose sette-nove ore raccomandate di riposo notturno. Questo perché, soprattutto da genitori, si tende a rimandare sempre più il momento di andare a dormire.

Un recente sondaggio condotto su oltre 1.500 genitori ha evidenziato come la privazione del sonno sia strettamente legata alla cosiddetta “Revenge Bedtime Procrastination”, un fenomeno che ha effetti decisamente negativi sulla salute fisica e mentale.

Cos’è la Revenge Bedtime Procrastination

La “Revenge Bedtime Procrastination” è un termine che descrive la tendenza a ritardare intenzionalmente il momento di andare a letto, anche quando si è consapevoli di essere stanchi e dell’importanza del giusto riposo.

In realtà la parola “vendetta” è stata aggiunta in un secondo momento e si riferisce al bisogno di riprendere controllo sul proprio tempo libero, dopo una giornata piena di impegni e obblighi, dedicando le ore notturne ad attività personali, come guardare la TV o scorrere i social media (infatti quest’abitudine è legata anche al fenomeno del doom-scrolling, ovvero lo scorrere senza sosta i feed dei social media).

Questo fenomeno è stato reso popolare da un tweet della giornalista Daphne K. Lee, che ha descritto come in Cina molte persone, costrette a lunghe ore lavorative, si “vendichino” della mancanza di tempo libero durante il giorno rimanendo svegli fino a tardi.

La Revenge Bedtime Procrastination è una risposta a un forte bisogno psicologico di libertà personale e di gestione del proprio tempo.

Tuttavia, questo desiderio di libertà si traduce in un pericoloso sacrificio del sonno, con conseguenze significative sulla salute. Infatti, la mancanza cronica di sonno può portare a una serie di problemi, tra cui affaticamento, irritabilità e diminuzione delle capacità cognitive.

La carenza di tempo libero: la causa della procrastinazione del sonno

Uno dei principali fattori che contribuiscono alla Revenge Bedtime Procrastination è la mancanza di tempo libero durante il giorno. Tra lavoro, gestione della famiglia, attività domestiche e altri obblighi quotidiani, molte persone, soprattutto se genitori, si trovano a vivere giornate scandite dagli orari stringenti e e dense di impegni, senza mai trovare un momento per se stesse. Questo porta a un conflitto tra il desiderio di andare a letto per riposare e la necessità di dedicare tempo alle proprie passioni o semplicemente rilassarsi.

Per molte persone, le ore serali diventano l’unico momento in cui possono davvero dedicarsi a ciò che amano fare, come leggere, guardare la TV o navigare sui social. Tuttavia, questa scelta di rimandare il sonno porta inevitabilmente a una privazione del sonno, che può accumularsi nel tempo e causare gravi conseguenze per la salute.

La procrastinazione del sonno nei genitori: uno studio approfondito

Un sondaggio condotto da Sleepopolis ha messo in luce la relazione tra la procrastinazione del sonno e il sonno dei genitori. I risultati mostrano che i genitori che procrastinano regolarmente l’ora di andare a letto tendono ad avere un numero significativamente maggiore di notti di sonno insufficiente rispetto a coloro che non lo fanno. In particolare, i genitori che rimandano il momento di dormire riportano una media di 5,41 notti di sonno insufficiente a settimana, rispetto a 2,54 notti tra coloro che non procrastinano.

Lo studio ha inoltre evidenziato che il 95,33% dei genitori procrastina il sonno a causa della mancanza di tempo libero durante il giorno, con quasi la metà di loro che lo fa frequentemente o sempre. Questo comportamento è spesso associato all’uso eccessivo di dispositivi elettronici, con il 51,40% dei genitori che trascorre le ore notturne davanti a uno schermo.

Interessante notare come le donne sembrino essere più inclini a procrastinare il sonno rispetto agli uomini. Infatti in questi casi si parla proprio della cosiddetta momsomnia.

Le donne sono tra le più frequentemente colpite, soprattutto quelle che hanno figli.

Infatti, secondo i dati a disposizione, i genitori con figli piccoli (di età pari o inferiore ai tre anni) tendono a procrastinare di più rispetto a coloro con figli più grandi. Questo suggerisce che il fenomeno possa essere particolarmente acuto durante le prime fasi della genitorialità, quando le responsabilità e il carico emotivo sono più elevati.

Perché le mamme tendono a rimandare il sonno?

Le neomamme, in particolare, sembrano essere particolarmente vulnerabili alla Revenge Bedtime Procrastination. La loro giornata è spesso caratterizzata da un’assenza di struttura e da un incessante bisogno di prendersi cura dei loro figli, il che può portare a un burnout. Spesso, le mamme si trovano a essere costantemente impegnate a soddisfare i bisogni degli altri, lasciando pochissimo tempo per sé stesse.

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Come spiega Christine Brown, consulente certificata per il sonno infantile, molte mamme trovano nelle ore serali l’unico momento per prendersi cura di sé. Questo tempo è percepito come prezioso e necessario per il benessere mentale, al punto che molte preferiscono sacrificare ore di sonno pur di avere un po’ di tempo libero.

L’impatto negativo sui genitori

La Revenge Bedtime Procrastination può avere un impatto devastante sulla salute mentale e fisica dei genitori. Chi ha figli piccoli che si svegliano spesso di notte lo sa già: la privazione del sonno provoca irritabilità, aumento dello stress e un senso di sovraccarico emotivo. Secondo il sondaggio, il 66,43% dei genitori ha riportato irritabilità dopo aver procrastinato il momento di andare a letto, mentre il 60,73% ha segnalato un aumento dello stress. Altri effetti negativi includono sbalzi d’umore, senso di colpa e pentimento.

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Questi sintomi possono portare a un circolo vizioso, in cui la frustrazione accumulata durante il giorno si traduce in un ulteriore desiderio di ritagliarsi del tempo per sé stessi la sera, peggiorando la privazione del sonno e il malessere generale. Inoltre, è emersa una correlazione tra lo stress percepito e il senso di colpa nei genitori e la frequenza con cui procrastinano il sonno.

Perché la procrastinazione del sonno è dannosa per la salute

La privazione cronica di sonno ha effetti ben documentati sulla salute fisica e mentale. Come dicevamo all’inizio, il sonno è un processo fondamentale per il funzionamento del nostro corpo: permette al sistema cardiovascolare di riposare, rafforza il sistema immunitario e sostiene la funzione cognitiva.

Lauren Whitehurst, neuroscienziata cognitiva presso l’Università del Kentucky, sottolinea come la mancanza di sonno possa predisporre a malattie cardiovascolari e, in casi estremi, essere correlata allo sviluppo di patologie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer.

Quando non dormiamo a sufficienza, interrompiamo processi biologici essenziali, con effetti che possono accumularsi nel tempo, portando a una diminuzione generale della qualità della vita.

Come contrastare la revenge bedtime procrastination

Contrastare la Revenge Bedtime Procrastination richiede un approccio consapevole e una certa pianificazione. Ecco alcuni accorgimenti per interrompere il circolo vizioso della procrastinazione e recuperare le ore di sonno perdute:

  1. Limitare l’uso di dispositivi elettronici prima di dormire: Una raccomandazione che vale per tutti, grandi e piccini. L’esposizione agli schermi prima di andare a letto può interferire con il naturale ciclo del sonno. Ridurre l’uso di smartphone e altri dispositivi elettronici può facilitare l’addormentamento.
  2. Creare un ambiente favorevole al sonno: Un ambiente tranquillo, buio e confortevole favorisce un riposo migliore. Regolare la temperatura della stanza, usare tende oscuranti e ridurre i rumori può fare una grande differenza.
  3. Stabilire una routine notturna: Creare abitudini rilassanti prima di andare a letto, come leggere un libro o fare un bagno caldo, aiuta a segnalare al corpo che è ora di riposare.
  4. Ritagliarsi momenti di tempo libero durante il giorno: Anche brevi pause dedicate a sé stessi possono ridurre il bisogno di recuperare tempo personale la sera. Integrare piccoli momenti di relax durante la giornata può alleviare la pressione di dover sacrificare il sonno per il tempo libero.
  5. Consultare un esperto del sonno: Se i problemi di sonno persistono, potrebbe essere utile consultare uno specialista per identificare strategie personalizzate.

Infine, è importante ricordare che le esigenze di sonno possono variare da persona a persona. Se una strategia non funziona, è utile sperimentarne altre finché non si trova l’approccio più adatto alle proprie esigenze.

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