In seguito a una minuziosa ricerca che ha visto come protagoniste 25 coppie mamme e bambini, il Centro di Biologia e l’ospedale Santa Croce di Trento hanno rilevato il passaggio dei microrganismi fra la madre e il feto. I ricercatori hanno evidenziato che i batteri che provengono dalla madre sono in grado di colonizzare il nascituro in maniera rilevante, rispetto a quelli derivanti da fonti esterne.
I microrganismi della mamma danno protezione al neonato
Lo studio, condotto con strumentazione informatica di ultima generazione, rappresenta un importante passo avanti per comprendere la maniera in cui avviene l’acquisizione del microbioma.
Esso si concentra sul processo d’acquisizione del microbioma e pone le basi per comprenderne l’impatto sulla salute del nascituro. La ricerca è stata condotta su 25 madri in attesa, ricoverate presso il reparto di Ostetricia e Neonatologia dell’ospedale Santa Croce di Trento.
In base ai risultati emerge che ogni bambino ha non solo un patrimonio genetico ereditato dai genitori, ma anche un microbioma che include batteri, funghi e virus. Lo studio del microbioma consente di approfondire lo stato di salute del bambino e la sua predisposizione a determinate malattie.
Durante la ricerca sono stati raccolti i campioni del microbioma dalle mamme, opportunamente prelevati da capelli, feci, lingua e vagina. Analizzati i campioni si è giunti a confermare che il microbioma della madre influisce in modo significativo su quello del bambino e che i microrganismi trasmessi al feto si mantengono più stabili, rispetto a quelli acquisiti da altre fonti e dall’ambiente circostante.
A detta dei ricercatori, inoltre, le varie specie microbiche e lo studio delle stesse, permetterebbe d’intervenire sullo stato di salute del bambino. Si tratta di una scoperta molto interessante che potrà portare a dei risvolti importanti, nonché a scoprire un processo evolutivo fino a questo momento non conosciuto.
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