Pensata dall’Università della Macedonia e promossa da Alice Italia Odv, l’Associazione italiana per la lotta all’Ictus Cerebrale, FAST Heroes è la campagna didattica ideata per rendere centrali le veloci capacità di apprendimento dei bambini e la loro innata curiosità, ai fini di un bene più grande.
Perché pensare ai bambini come fonte di salvezza?
L’ictus cerebrale è causato dell’improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale, con un conseguente danno danno alle cellule dovuto dalla mancanza dell’ossigeno e dei nutrimenti (in questo caso si chiama ischemia) o alla compressione dovuta al sangue uscito dal vaso (emorragia cerebrale).
È una patologia che ogni anno nel nostro paese colpisce circa 150.000 persone.
L’ictus può portare alla morte oppure a invalidità di gradi variabili. È quindi importantissimo riconoscere precocemente i sintomi per poter intervenire tempestivamente.
Ma come possono i bimbi aiutare in un evento neurologico così grave e duro? Semplice: essendo spesso in compagnia dei nonni, sono spesso tra i primi ad accorgersi che il nonno o la nonna non stanno bene.
E possiamo educarli a capire le norme di primo soccorso e a individuare i sintomi dell’ictus con i giochi di ruolo. Grazie a divertenti video e attività interattive infatti, i bambini delle scuole primarie, destinatari del progetto, possono cogliere con un linguaggio chiaro e piacevole le avvisaglie di un ictus. In ogni storia i nonni vengono attaccati dal “Trombo Malefico”, il quale li colpisce e danneggia, provocando loro specifiche lesioni, riconosciute dal bambino.
Un esempio è dato da nonno Franco che, attaccato dal Trombo Malefico, perde la capacità di fare le sue insuperabili smorfie, restando bloccato per metà lato del viso; in soccorso arriva il piccolo Matteo che si accorge del sintomo e interviene chiamando i soccorsi.
FAST: in che modo i bambini possono salvare la vita ai nonni?
Il metodo FAST quindi è piuttosto intuitivo: tramite alcune semplici richieste, il bambino può imparare a capire se la persona ha in corso un ictus. Appunto i sintomi e le azioni da eseguire sono i seguenti:
Face – (faccia): Uno dei primi sintomi riconoscibili è sul volto (la classica bocca storta). Il bambino può chiedere allora alla persona di sorridere per capire se c’è una paresi facciale.
Arms (braccia): chi soccorre può chiedere di sollevare entrambe le braccia. Se la persona non riesce, anche di poco, è probabile che sia in corso un evento ischemico.
Speech (linguaggio): il bambino può chiedere di dire una frase molto semplice, come “oggi ho fatto colazione” oppure “oggi è una bella giornata” perché in caso di ictus anche il linguaggio può essere compromesso
Time (cioè il fattore tempo): è importante la tempestività dei soccorsi. Se si riscontrano questi sintomi il bambino deve essere in grado di chiamare i soccorsi per un intervento tempestivo. Si riducono così i rischi di morte o di gravi conseguenze.
La dottoressa Nicoletta Reale, Past President di Alice Italia Odv, chiarisce le motivazioni che hanno portato alla nascita di questa idea, spiegando che mediamente l’età di chi viene colpito da ictus cerebrale si aggira attorno ai 70 anni e che, stando ai dati socisociodemografici, una metà sono nonni che accudiscono i nipoti almeno due volte a settimana;
Allora, come i nonni si prendono cura dei nipoti, perché non permettere anche a quest’ultimi di prendersi cura di loro?
Un progetto così lungimirante e pionieristico, condiviso internazionalmente da 5.805 scuole.
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