E’ viaggiare senza figli. Ritrovarsi. Ritrovare.
Respirare la libertà. Di nuovo. Da. Soli.
Camminare. Lentamente.
Scoprire nuovamente di esistere anche senza prolungamenti del proprio corpo. Assecondarsi. Assecondare i proprio bisogni. Fare quello di cui si ha voglia. Niente all’infuori di quello che si ha voglia di fare.
Perdere tempo. Cioè, decidere proprio che il modo migliore per impiegare il tempo che si ha di nuovo a disposizione è proprio quello di perderlo. In frivolezze. Passeggiate. Bicchieri di vino. Shopping compulsivo.
Parole. Tutte quelle non dette che finalmente scorrono come fiumi. Di nuovo. Che dividono. Colpiscono. Accarezzano. Creano nuovi legami. Costruiscono castelli di progetti e propositi da usare con parsimonia al ritorno. Scoprono ferite. Consolano. Dicono che tutto andrà bene. Che la stanchezza non conta, quella c’è e ci sarà sempre. L’importante è che ci siamo anche noi.
Noi che non pensavamo più di stare così bene insieme. Lo sapevamo, sì ma la stanchezza appanna tutto. E allontana. E allora è bello scoprirsi ancora vicini, in modo diverso, meno spensierato, più “adulto”. Capire che oltre al resto ora si ha un progetto comune, comunque vadano le cose. Che si cresce insieme e che, anche se non ci si riconosce con le borse sotto agli occhi e qualche capello bianco in testa, basta allungare la mano per trovare l’altro che ti cammina a fianco.
Noi che la passione non è vero che passa. Si affievolisce, un po’, sotto la cenere dei piatti da lavare e i pannolini da cambiare. Ma paziente resta a guardare, aspettando il momento giusto per riaffacciarsi e riaccendersi.
Noi che in tre è bello ma in due lo è di più. O, almeno, in modo diverso. Che puoi di nuovo prenderti cura dell’altro. Finalmente senza essere interrotto. Senza dover pensare prima a sistemare “quello piccolo”. Senza avere altri impegni prima di Lui. In due. Curandosi, cullandosi, coccolandosi. Apprezzando il silenzio, quando c’è. Perdendosi nei propri pensieri senza aver fretta. Scavando, scoprendo, esplorando. Quello che c’è dentro di te. Nella tua testa, nel tuo cuore. I progetti, i difetti, i consigli. Facendosi pervadere da quella positività così preziosa, da quella adrenalina che sarà linfa vitale al ritorno. Alla quale aggrapparsi quando tutto sembrerà nuovamente così difficile e stancante.
Il bello di avere figli è viaggiare senza figli. Per sentire la mancanza di casa. Di un profumo piccolo. Di quella morbidezza infinita. Di quella fiducia incondizionata nei suoi occhi. Per aver di nuovo voglia di tornare.
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