Se guardiamo il corpo di una mamma quello che vediamo è una testa, nella testa che vediamo nel corpo di una mamma, c’è un cervello di una mamma.
Il centro direzionale. È da qua che partono tutti gli ordini e da qua passano tutte le riflessioni di una mamma.
La testa di una mamma è quel luogo in cui i sensi di colpa si intrecciano alla stanchezza e alla consapevolezza che il rapporto con tuo figlio sarà per sempre. Quel luogo in cui passano un sacco di: “Non ce la faccio più” e una quantità smisurata di “Ho troppo sonno per poter sopravvivere“, ma anche quel “Mio figlio mi ha spiegato semplicemente quali sono le priorità nella vita e che, nella vita, non ho tempo da perdere con persone e situazioni di poca importanza“.
Nel corpo di una mamma, poi, c’è il cuore, che è quella parte del corpo che ha il preciso compito di fregarla per sempre una mamma.
È il cuore, infatti, che ad una mamma scoppia di gioia quando vede suo figlio per la prima volta, quando lui l’abbraccerà per la prima volte e le dirà che le vuole benissimo. È sempre il cuore a scoppiare di dolore quando quel bambino, quel frugoletto morbido e tenero fino ad una manciata di anni fa, ora piange perché soffre per le brutture del mondo. Il cuore serve a comprendere, ad andare oltre la fatica e la stanchezza, a perdonare e soprattutto a perdonarsi.
A sopportare. A dare il senso unico e profondo alla maternità: l’amore.
Le braccia, nel corpo di una mamma, fanno lo sporco lavoro, quello duro, faticoso, gravoso. Quello però in fondo, in fondo, sempre gratificante.
Le braccia di una mamma stringono il proprio bimbo appena nato, per la prima volta e poi continuano a farlo tutti i giorni, più volte al giorno, per tutta la vita. Alla fine delle braccia ci sono le mani di una mamma che accarezzano, lavano, cambiano pannolini, cucinano, vestono e spogliano i propri bambini. Le mani di una mamma stringono quel pugnetto piccino del loro bambino appena nato. Le mani di una mamma prendono per mano e non lasciano più.
Poi, nel corpo di una mamma c’è la pancia che è il posto da dove passano tutte le angosce, tutte le paure. Tutti i turbamenti. Nella pancia, il luogo da dove l’avventura di mamma è iniziata, dove c’era un semino piccolo, piccolo, ora ci sono le preoccupazioni, le ansie, i dubbi. Nella pancia della mamma c’è quel legame indissolubile e unico con il proprio figlio.
Infine, nel corpo di una mamma ci sono le gambe di mamma, che sono lunghe o corte, magre o grasse, dritte o storte ma che, belle o brutte che siano, sostengono l’intero corpo di una mamma. E corrono, saltano, si arrampicano. Passeggiano a lungo, anche per tutta la notte, quando un bambino piange. Passeggiano a lungo, anche per tutta la vita, al fianco di quelle dei loro bambini.
Il corpo di una mamma è come il corpo di una donna: pervaso di amore, delusioni, gioia e sofferenze, sentimenti che lo rendono il rifugio perfetto per il corpo di un bambino.
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