Una ricerca condotta dall’Ospedale Bambino Gesù dimostra che, durante il lockdown, è migliorato il mal di testa dei bambini. Il motivo? Lo stress scolastico è diminuito
Un effetto positivo del lockdown: diminuisce la cefalea tra i bambini
Uno studio dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma condotto in collaborazione con altri nove centri che si occupano di mal di testa in età pediatrica apre nuovi sviluppi sui fattori che scatenano la malattia. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Cephalalgia della International Headache Society e hanno dato luogo ad un dibattito molto vivo tra la comunità scientifica. Questo perché si è scientificamente provato il rapporto tra stress scolastico ed emicrania.
Ci sono due tipi di mal di testa: le cefalee primarie, legate a disturbi neurologici e le cefalee secondarie che sono invece campanelli d’allarme per segnalare altri tipi di patologie come le malattie oncologiche o le emorragie celebrali.
La ricerca ha interessato il primo tipo di cefalee ed ha coinvolto 700 famiglie con ragazzi di un’età compresa tra i 5 ed i 18 anni. Genitori e figli hanno compilato un questionario anonimo prima e durante il lockdown nel quale è stato registrato l’andamento della cefalea in quel periodo. L’analisi dei risultati ha reso evidente che la diminuzione dell’ansia da prestazione legata al rendimento ed allo stress scolastico ha portato anche un miglioramento della cefalea.
L’analisi dei dati sulla cefalea
Il 46% dei bambini che hanno partecipato al test per verificare l’andamento della cefalea in rapporto allo stress hanno riscontrato un miglioramento del loro disturbo durante il lockdown. Solo il 15% ha registrato un peggioramento, mentre il 39% non ha rilevato alcuna variazione.
I ricercatori hanno individuato quindi nella riduzione dello stress scolastico un elemento che incide in positivo sullo stato di salute dei ragazzi. Il 15% dei ragazzi che hanno registrato un peggioramento dei propri sintomi hanno di fatto sostenuto di avere un persistente stato di ansia con il passaggio alla didattica a distanza.
L’analisi dei dati di fatto pone al centro del dibattito quanto sia diventata stressante e difficile da gestire la vita per bambini e ragazzi. Durante l’ultimo convegno dell’Associazione Nazionale Italiana Ricerca sulle Cefalee (Anircef) è emerso che oggi i bambini e i ragazzi dormono meno, sono sottoposti a ritmi frenetici e sono eccessivamente stimolati da strumentazioni elettroniche. Questi elementi sono tutti componenti di stress che influiscono sul loro benessere.
La scuola dunque, si inserisce in un contesto già complesso, per cui bisogna intervenire su tutto ciò che altera l’equilibrio dei più piccoli per dare loro una serenità maggiore.
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