Che lo sport sia salutare per il benessere psicologico e fisico dell’individuo è cosa nota e risaputa ma forse non tutti sanno che lo sport di squadra può essere considerato un vero e proprio antidepressivo per i ragazzi.
Sport di squadra come antidepressivo per gli adolescenti
Indipendentemente dal tipo di sport, giocare all’interno di una squadra, permette di modificare la struttura del cervello dei più giovani.
Calcio, pallacanestro, pallavolo, atletica, nuoto, rugby e ogni altro sport che permetta ai giovani di far parte di un team per il raggiungimento di un obiettivo comune, contrasta i problemi legati all’umore e quindi permette di abbassare il rischio di cadere in depressione.
Impegnarsi seriamente per far vincere la propria squadra, permette infatti di superare alcuni limiti personali di ragazzi che si sentono di dover dimostrare per forza qualcosa. In una squadra la vittoria è a beneficio di tutti mentre la sconfitta dipende dal team e quindi non strettamente individuale.
Far parte di una squadra, inoltre, impegna socialmente il giovane che si sentirà di dare il proprio contributo alla collettività.
Sport di squadra come antidepressivo: cosa dice la scienza
Uno studio pubblicato in un articolo sulla rivista Biological Psychiatry dal titolo Cognitive Neuroscience and Neuroimaging ha messo in luce dei risultati interessanti dopo aver esaminato un campione di circa quattromila bambini di età compresa tra i nove e gli undici anni.
I ricercatori che hanno dato vita allo studio hanno eseguito delle scansioni cerebrali sui ragazzi i cui genitori avevano dato tutte le informazioni in merito alla partecipazione dei proprio figli a sport, attività varie e presenza di fenomeni depressivi eventuali.
Dallo studio è emerso che i ragazzi che facevano parte di una squadra, presentavano un aumento del volume dell’ippocampo. L’ippocampo è un’area molto importante del cervello indispensabile per la memoria ma anche per l’umore.
L’aumento del volume dell’ippocampo è quindi un risultato altamente positivo perché comporta un miglioramento dell’umore e quindi, di conseguenza, si abbassa il rischio di avere attacchi depressivi.
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