Il (mio) panico da futuro

Penso al futuro di mio figlio e mi sale il panico. La verità è che, in primo luogo, è il mio di futuro a terrorizzarmi.

Non c’è domanda al mondo che mi spaventa di più del come sarò fra dieci anni. Non parlo di rughe e pelle spenta. No, non parlo di quello. Quando ci penso, penso al lavoro, alla casa, al Coinquilino. Penso al fatto che fra dieci anni sarò ancora una lavoratrice precaria, sempre in lotta con l’affermazione professionale e la stabilità. Che non so nemmeno se, fra dieci anni, ancora farò questo lavoro. Non so se avrò perso il sorriso del tutto, se sarò ancora un’eterna Peter Pan, se avrò ancora l’autoironia dalla mia e riuscirò a difendermi a colpi di sarcasmo.

Non so se avrò cresciuto un ragazzino con dei valori, che sappia apprezzare la grandezza di un sacrificio e anteponga l’onestà al resto. Non so se mi ritroverò a perdere battaglie per un iPhone o per un’uscita in discoteca o se mi troverò alle prese con un personaggio schivo e chiuso. Al quale dare, con parsimonia e sensibilità, iniezioni di vitalità.

Non so se la sua prima cotta mi troverà preparata. Probabilmente no, non io che fino ad una manciata di anni fa rimediavo solo uomini sbagliati e storie distruttive. Non so se sarò davvero in grado, come mi professo ora, di beccarlo quando tornerà a casa ubriaco e se saprò usare le parole giuste per spiegargli che deve trovare lui il suo limite. Che ci vuole testa per far tutto, anche per divertirsi.

Credo che sia più facile vedersi madri di neonati o di bimbi in età prescolare: c’è la tenerezza, la morbidezza, la poesia. Meno facile figurarsi madre di adolescenti, vedersi per forza di cose, ormai grandi, adulte, ormai con le responsabilità che pesano solo su di te. Vedersi “dall’altra parte” perché, diciamocela tutta, io ancora mi sento più figlia che madre.

Chissà se fra dieci anni sarà ancora così? Chissà se avrò fatto pace con i miei fantasmi, se avrò imparato a volermi bene, ad apprezzarmi, a non sentirmi eternamente insoddisfatta e inadeguata? Chissà se mi sentirò finalmente madre in tutto e per tutto e se questo sentimento avrà trovato la sua giusta collazione? Chissà se anche quello che non si può programmare si può comunque vivere appieno?

Chissà se ci si può solo, semplicemente, improvvisarla vita?

Chissà…

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