Con l’arrivo del nuovo anno sono stati resi noti anche i primi dati riguardanti la stagione influenzale appena cominciata.
Come sempre, la stagione invernale è quella maggiormente associata ad infezioni virali di tipo influenzale. A livello mondiale, settimana dopo settimana, la diffusione di questi virus viene monitorata e seguita per studiare le caratteristiche dei microrganismi e valutare l’eventuale pericolosità.
Virus influenzali in continua evoluzione
Le caratteristiche dei virus vengono valutate studiando quanto questi siano simili/diversi a quelli circolati nella stagione precedente.
I virus influenzali cambiano continuamente perché hanno come caratteristica principale proprio quella di mutare velocemente le proteine che li compongono.
Tale cambiamento, spesso, vede le difese immunitarie impreparate perché predisposte verso infezioni precedenti. Proprio per questo meccanismo di mutazione, l’influenza, a differenza di altre infezioni virali, può essere contratta diverse volte nel corso della vita.
Il cambiamento repentino della struttura dei virus influenzali rende molto complessa anche la realizzazione dei vaccini. Non è facile prevedere quali saranno i virus in circolazione in una determinata stagione e, di conseguenza, risulta difficile capire quali siano quelli “giusti” da usare nel vaccino.
Per farlo si tiene conto dei virus circolati nei mesi precedenti nell’emisfero opposto a quello in cui si vive (perché le stagioni sono invertite).
Influenza 2020: i primi aggiornamenti
I primi aggiornamenti che giungono dall'”European Center for Disease Prevention and Control (ECDC)” ci dicono che i virus attuali sono molto simili a quelli presenti nel vaccino quadrivalente.
Questa sembra essere una buona notizia, anche se già si stanno notando delle diversità rispetto a quelli utilizzati e non è chiaro se il vaccino già noto possa avere la stessa efficacia anche in questa stagione. Gli studi ci dicono anche che la stagione influenzale quest’anno è iniziata un po’ prima rispetto al solito e questo rende più difficoltoso stabilire quando saremo di fronte al picco epidemico. Molto probabilmente arriverà tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio, complice anche il rientro a scuola dei bambini dopo le vacanze di Natale.
I sintomi dell’influenza 2020 sono molto simili a quelli che hanno caratterizzato le stagioni precedenti e la loro intensità varia anche in base allo stato di salute del soggetto che viene contagiato. Ecco i principali:
- raffreddore, tosse e mal di gola
- mal di testa
- brividi e male alle ossa
- dolori muscolari
- sonnolenza
- nausea e vomito
- diarrea
- inappetenza
- febbre oltre i 38°
L’influenza 2020 ha una durata media di 5-6 giorni, mentre il tempo di incubazione varia dai 3 ai 7 giorni.
Influenza 2020: come prevenirla
Secondo il documento dell’ECDC può essere molto utile vaccinarsi. Il vaccino è fondamentale per soggetti a rischio (over 65, bimbi con più di 6 mesi e meno di 5 anni, donne in stato di gravidanza e persone affette da specifiche patologie) e per operatori sanitari.
Anche il comportamento di ogni individuo permette di rendere più difficoltosa la diffusione dell’epidemia con alcuni piccoli accorgimenti.
La prima cosa da fare è restare a casa qualora si sospettasse l’influenza. Questo permetterà di riguardarsi e guarire più facilmente oltre ad impedire l’ulteriore diffusione dell’infezione.
Anche evitare luoghi chiusi e affollati, non starnutire/tossire senza coprirsi la bocca (meglio se con l’incavo del gomito, la sola mano non sempre basta a bloccare le microparticelle) e lavarsi spesso le mani sono strategie utili per tenere sotto controllo la diffusione dei virus.
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