Il rapporto stilato dalla Fondazione Agnelli, riguardante l’istruzione degli studenti dagli 11 ai 13 anni, decreta una “bocciatura” per la scuola media, caratterizzata da una maggiore precarietà dei professori e da un maggiore stress in classe.
Il “buco nero” della scuola italiana
La scuola media italiana viene considerata da molte persone il “buco nero” del percorso scolastico dei propri figli. La sua istituzione risale al 1962 e molti politici nel corso degli anni hanno avuto l’idea di eliminarla. Ora il rapporto stilato dalla Fondazione Agnelli, che traccia una linea riguardante lo stato di salute della scuola media, sembra confermare i punti di vista di molti.
Uno degli aspetti più sorprendenti che sono emersi dal rapporto riguarda l’età dei docenti, 1 solo su 100 ha una età inferiore ai 30 anni. Inoltre sono molto di più precari rispetto a quelli sia della scuola primaria che delle superiori. I risultati che riguardano l’apprendimento sono inferiori, specialmente in alcune materie come la matematica, a quelli che si registrano nella media dei paesi che fanno parte dell’Ocse. Inoltre, nel passaggio dalla scuola primaria alle medie i dati dell’apprendimento peggiorano. L’indagine precedente era stata svolta nel 2011 e Andrea Gavosto, direttore della fondazione, ha sottolineato come anche il rinnovamento del corpo docente che era uno dei punti auspicati dieci anni fa, non abbia funzionato come si sperava.
Le nuove idee dopo il rapporto
Andrea Gavosto parla di nuove idee e non punta il dito verso l’abolizione, ma sul confronto tra le varie parti interessate per migliorarne funzionamento e risultati. Tra le varie idee quella dell’estensione del tempo a scuola, comprendendo lo sport, il teatro, la musica e laboratori vari. Si potrebbe inoltre innovare la didattica e inserire tra le materie di studio alcune opzionali, oltre a curare in modo migliore la formazione dei docenti, mettendo in piedi una “laurea magistrale” appositamente dedicata a quest’area per i futuri professori. Un dato preoccupante del rapporto è anche quello che riguarda l’orientamento degli studenti relativamente al passaggio alle scuole superiori, che ha un basso e scarso funzionamento e quindi molti studenti non hanno le idee chiare dopo aver terminato l’esame di terza media.
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