Oggi sono tantissimi i bambini che soffrono di disturbi respiratori le cui cause sono varie, una delle principali è l’occlusione dei canali respiratori, quindi naso e bocca.
Nel caso di ostruzione nasale cronica, con una visita dall’otorinolaringoiatra si potrà arrivare a una diagnosi di ipertrofia adenoidea e/o tonsillare.
Cosa sono le adenoidi? Le adenoidi, come le tonsille, sono delle ghiandole atte al filtraggio delle tossine; quando si infiammano non riescono più a svolgere il loro compito e diventano fonte di disagio per il bambino che può avere febbri, raffreddori cronici e, più in generale, avrà un sistema immunitario carente.
Il primo passo è dunque quello di portare il bambino dallo specialista se notiamo sintomi sospetti. La visita consiste nel controllare le cavità nasali con un fibroscopio, si controllano poi gola e orecchie. L’ostruzione da adenoidi che supera il 75% è considerata grave e pertanto ci verrà detto che l’intervento chirurgico è la soluzione migliore. Un’ostruzione così importante può infatti causare apnee notturne, OSAS, di diverso grado, con tutte le conseguenze che vedremo più avanti.
Ma come accade che si infiammano tonsille e adenoidi? Le nuove ricerche cercano di dimostrare che la causa di questo tipo d’alterazione sia dovuta all’inquinamento ambientale a cui è sottoposta la mamma in gravidanza e durante l’allattamento, dal fumo materno o passivo, dall’alimentazione e da una predisposizione genetica.
La cosa che preoccupa è che una grande percentuale di bambini è attualmente affetta da questo tipo di patologia. I bambini che hanno un’occlusione delle cavità nasali, man mano, tendono a respirare con la bocca, abitudine che, nel corso del tempo, causa anche una deformazione delle ossa facciali.
Sembra che l’intervento chirurgico sia inevitabile. Tuttavia, prima di procedere, bisogna valutare attentamente pro e contro. In molti casi, infatti, poco tempo dopo l’intervento, le adenoidi ricompaiono, senza entrare nel merito del fatto che se esistono è perché hanno una funzione. Il problema sta nel fatto che, quando il bambino presenta un prolasso della lingua, l’intervento risulta praticamente inutile, quindi prima bisognerà valutare questo aspetto.
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