La corte suprema Israeliana ha stabilito, a Gerusalemme, che anche gli uomini single e le coppie omosessuali potranno accedere alla possibilità di ricorrere alla maternità surrogata. La legge in vigore fino a questo momento è stata considerata incostituzionale in quanto vietava l’accesso alla gestazione per altri alle coppie dello stesso sesso e agli uomini celibi, compromettendo il diritto all’uguaglianza.
Una battaglia lunga dieci anni
Termina con questa decisione il contrasto giudiziario durato due lustri condotto dalla comunità Lgbt+. Dopo anni di petizioni promosse dal gruppo per i diritti Avot Ge’im, conosciuto anche come Proud Fathers, Israele fa un passo avanti verso i diritti di questa comunità. Il gruppo riconosce quanto sia stata coraggiosa questa decisione da parte dell’Alta Corte, concedendo loro la possibilità di costruire una famiglia. Al momento la preoccupazione dei Proud Fathers è quella che il Governo non approvi la legge e vanifichi la risoluta decisione presa dalla Corte Suprema.
Dissenso della Corte Suprema riguardo le scelte del Parlamento israeliano
Fino ad oggi l’accesso alla maternità surrogata e concesso solo alle donne nubili con problemi di infertilità o che per altre ragioni di salute non possono portare a termine la gravidanza, e alle coppie eterosessuali esclusivamente spostate.
La Corte Suprema ha criticato l’incapacità mostrata dalla Knesset di approvare l’estensione della legge, malgrado avesse avuto un anno di tempo a disposizione ed esorta a far entrare in vigore le nuove norme entro sei mesi.
I giudici hanno affermato che la regolamentazione attuale è ingiusta in quanto compromette il diritto alla genitorialità di ogni persona e con esso il diritto all’uguaglianza.
Non è tuttavia garantito che il Parlamento si esprima in una maggioranza utile per approvare la modifica della legge. Già in precedenza, nel 2018, la Camera ha votato contro la rettifica della legge sebbene questa posizione fosse sostenuta del Primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il video della settimana