La Stepchild Adoption è uno degli argomenti più dibattuti in Italia nell’ultimo periodo: quelli a favore, da un lato, ed i contrari, dall’altro, stanno accendendo continui dibattiti, spesso molto contorti e poco produttivi, per cercare di far prevalere le loro ragioni.
Ad oggi, nulla sembrava essersi mosso in questa direzione, ma la Cassazione, qualche giorno fa si è pronunciata sul tema, mettendo probabilmente la parola fine a questo continuo braccio di ferro.
La Corte di Cassazione, infatti, si è appena espressa favorevolmente verso la richiesta di adozione di una minore da parte della compagna della mamma naturale della piccola. Non cambia nulla, quindi, rispetto a quanto era stato sentenziato, qualche tempo fa, dalla Corte d’appello di Roma che già aveva dato il via libera all’adozione delle 2 mamme.
Una sentenza, quella della Cassazione, che va nella stessa direzione di quella precedente, ma che si arricchisce di una postilla molto importante su cui si dovranno necessariamente basare le successive decisioni in materia. La Cassazione, infatti, ci ha tenuto particolarmente nel sottolineare l’importanza di esaminare caso per caso, valutando sempre, come aspetto primario, l’interesse del minore.
Una nota a margine, quella della Corte Suprema, che non cambia la sostanza dei fatti: il primo caso in Italia di Stepchild Adoption è stato quindi confermato in tutti i gradi di giudizio. Un precedente, quello della coppia formata dalle 2 donne, una delle quali mamma naturale della minore di 7 anni, che in Italia non solo farà giurisprudenza ma anche storia.
Dopo quasi 2 anni di battaglie, iniziate con il via libera in primo grado da parte del tribunale dei minori di Roma, ora la piccola, nata in Spagna nel 2009 attraverso la procreazione assistita, è ufficialmente riconosciuta come figlia della mamma non biologica e potrà adottare anche il doppio cognome.
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