I bambini crescono in fretta e i tanto amati vestitini ed accessori, dopo aver girato gli armadi di fratelli, parenti e piccoli amici, spesso rischiano di essere solo inutili ingombri.
L’unica soluzione, quindi, per fare spazio a capi nuovi della giusta misura, sembra quella di porre fine al loro ciclo di vita, gettandoli e provvedendo a nuovi acquisti.
Un’abitudine che si riflette in un impatto sull’ambiente, con l’aumento di rifiuti tessili, oltre che sul portafoglio, con una irrimediabile uscita di denaro.
Dalla Svezia, la nazione da sempre in cattedra in termini di riciclo ed eco sostenibilità, arriva uno stimolo interessante per dare alla moda baby una dimensione eco green: sono tante, infatti, le catene di abbigliamento che hanno incluso all’interno della propria politica di business anche la gestione di capi usati, in buono stato.
Non solo piccole botteghe, ma soprattutto grandi marchi del fast fashion, come H&M che già l’anno scorso aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione per allungare il ciclo di vita dei capi di abbigliamento per l’infanzia: lasciando in negozio i propri abiti usati, infatti, i clienti avrebbero potuto godere di uno sconto sull’acquisto di capi nuovi, cogliendo così due grandi opportunità in un solo momento.
Anche il brand Polarn Och Pyret, noto in terra svedese per essere una delle bandiere della moda sostenibile, invita i propri clienti a spedire i capi baby usati e in ottimo stato, consentendo di calcolare facilmente il guadagno derivante dalla cessione del vestiario.
Una somma che può diventare un prezioso introito per le casse familiari oppure che, per essere responsabili al 100%, può essere destinato al supporto di associazioni benefiche.
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