Il nuovo film live action di Biancaneve deve ancora uscire ma sta già facendo parlare molto di sé. A fare discutere è un’immagine dal set che mostra una versione inedita dei 7 nani, ben diversi da come ce li ricordiamo.
Senza principe e senza nani per una nuova indipendenza
Dopo il chiacchieratissimo remake della Sirenetta, a scatenare la polemica è ora quello di Biancaneve, che uscirà nel 2024: in alcune immagini pubblicate in modo esclusivo dal Daily Mail vediamo la protagonista che cammina non più con i nani, ma con un gruppo di uomini e donne, creature fatate e quasi magiche non più nane, ma di diverse altezze e forme, che presentano generi ed etnicità diversi.
EXCLUSIVE Snow White and the Seven… Politically-Correct Companions? https://t.co/gOantUJDEQ pic.twitter.com/Gn8NpFIEKP
— Daily Mail US (@DailyMail) July 14, 2023
Secondo i più attenti critici Marc Webb, il produttore del remake, ha voluto realizzare una revisione radicale, in nome del politically correct, della favola di Biancaneve, con lo scopo di evocare l’indipendenza della donna, che non ha bisogno dell’aiuto dei nani e non ha bisogno di un principe per essere salvata o per realizzare i suoi sogni.
Il politically correct e lo stravolgimento delle fiabe classiche
I remake live-action della Disney stanno accendendo dibattiti anche molto forti tra chi li accusa di aver stravolto le fiabe originali e la loro morale. Già è successo per il remake de La sirenetta, che a differenza della candida sirena della fiaba, è una bella ragazza di colore, o per i personaggi de La bella e la bestia, alcuni dei quali sono stati paragonati ad attivisti LGBTQ.
Per quanto riguarda la scelta dei sette “nani”, un portavoce della Disney era intervenuto sulla questione sull’Hollywood Reporter, dichiarando:
Per evitare di rafforzare gli stereotipi del film d’animazione originale, stiamo adottando un approccio diverso con questi sette personaggi e ci siamo consultati con i membri della comunità del nanismo… Non vediamo l’ora di condividere di più mentre il film entra in produzione dopo un lungo periodo di sviluppo.
Nella nuova narrazione di Marc Webb, Biancaneve non è più candida come la neve, ma è una ragazza mulatta, di origine ispanoamericana, che non ha più voglia di vivere con dei nani, perché sarà sostanzialmente in grado di sbrigarsela da sola e non ha le aspirazioni di essere salvata da un principe e diventare a sua volta principessa. L’immagine del principe, infatti, è troppo patriarcale per i giorni nostri, in cui sottolineare l’indipendenza della donna è un must.
Dopo la pubblicazione delle immagini da parte del Daily Mail (che ha emblematicamente intitolato il suo articolo “Biancaneve e i 7… compagni politicamente corretti?”), la Disney ha volto precisare attraverso The Independent che:
Le immagini non sono foto ufficiali del film, ma mostrano delle controfigure usate per gli attori, e sono fuorvianti.
La fiaba originale di Biancaneve e i cambiamenti nel corso degli anni
La fiaba di Biancaneve fu scritta dai fratelli Grimm in diverse versioni, la prima delle quali, ispirata al folclore popolare è del 1812 e pubblicata nella raccolta Le fiabe del focolare.
Questa fiaba fu più volte modificata dagli stessi fratelli Grimm, cambiando elementi che potevano disturbare il lettore e che hanno portato a eliminare la figura della madre, tanto gelosa della figlia che aspira ad ucciderla, per sostituirla con la figura di una più accettabile matrigna cattiva.
Sono stati anche eliminati i riferimenti al cannibalismo (la mamma di Biancaneve chiedeva al Cacciatore di consegnarle il cuore e il cervello della foglia, per cucinarle con sale e pepe), alla profanazione del cadaveri e alla necrofilia del principe.
Nella fiaba originale, infatti, il Principe chiedeva ai nani di poter portare via il corpo di Biancaneve per trasferirlo nel suo castello. I servitori, stanchi delle continue richieste del sovrano di spostare la bara, la aprono e scuotono il cadavere, facendo così saltare fuori dalla gola di Biancaneve il famigerato pezzetto di mela stregata e permettendone il risveglio.
Già la versione “classica” della Disney degli anni ’30, dunque, aveva messo in atto notevoli cambiamenti alla storia originale nel tentativo di renderla più appetibile al più piccoli: nel corso degli anni, la casa di Topolino infatti ha attinto a piene mani dalle fiabe classiche senza preoccuparsi troppo di modificare pesantemente la trama, ad esempio omettendo l’impiccagione di Pinocchio e la morte della Fata Turchina, o cambiando completamente il finale della Sirenetta, che nella versione di Hans Christian Andersen non sposa il suo amato Principe ma ha un destino molto meno felice.
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