Un giorno apparentemente uguale a qualsiasi altro, mentre il tuo piccolo è sul seggiolone per la pappa o a giocare nel box circondato dai giocattoli, succede: arriva la sua prima parola!
Per i genitori l’emozione è grande e anche la gelosia, sì, perché in molti si aspettano che la prima parola del proprio bambino sia “mamma” o “papà”, e in effetti è spesso così. Anzi, lo era. Prima che arrivasse la generazione dei mobile born, figlia della stessa evoluzione tecnologica che ha creato i nativi digitali.
Nell’era del touch screen, per conquistare l’attenzione dei figli mamme e papà devono rivaleggiare con i device elettronici: l’ultima conferma in ordine di tempo viene da un sondaggio secondo cui per un bambino inglese su otto la prima parola a essere pronunciata è “tablet”. La ricerca è stata commissionata da un’azienda di cover e altri accessori per dispositivi mobile e ha coinvolto 3614 fra mamme e papà.
Il contatto precoce con la tecnologia, che ormai avviene quasi in culla, plasma un nuovo modo di rapportarsi alla realtà, sviluppando schemi cognitivi e di apprendimento prima d’ora insospettati. Insomma, se nel passato recente i bambini si divertivano a manipolare i mattoncini colorati del lego sul tappeto della cameretta, oggi l’esplorazione del mondo comincia dallo schermo, aprendo finestre e lanciando applicazioni.
Lo stesso sondaggio evidenzia infatti che il 12% dei genitori mette il tablet in mano ai bambini già dai due anni, o anche prima. Per quanto riguarda il tempo trascorso con questo “giocattolo digitale”, in 4 casi su 10 si tratta di almeno un’ora al giorno, mentre un 7% dei piccoli naviga anche per 3-4 ore.
I pargoli, dal canto loro, trattano il tablet come fosse un bambolotto da spupazzare, con il risultato che spesso (nell’81% dei casi) il costoso dispositivo finisce lanciato per aria o con lo schermo rotto. Ma il tablet non è un giocattolo e prima dei bambini a capirlo dovrebbero essere i genitori…
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