Per molti genitori è comprensibilmente difficile interfacciarsi con i figli adolescenti, percepiscono estenuante la tensione e la sfida continua a cui si sentono sottoposti.
Ci si confronta con uno scenario sociale diverso da quello di qualche anno fa, in rapidissima trasformazione. L’accelerazione dei cambiamenti, il trionfo del virtuale, espongono al rischio di percepire una società “fluida”, in cui è difficile individuare coordinate coerenti e chiare.
Non esiste un manuale d’istruzioni universale e risolutivo ma è importante affrontare un momento fisiologicamente critico con consapevolezza. Forniremo in questo breve articolo divulgativo importanti input di riflessione e comprensione.
Dall’infanzia all’adolescenza
L’adolescenza è una fase di cambiamento e crescita, non solo individuale, ma anche famigliare.
È sempre più difficile delineare un confine temporale che definisca la durata di questa fase di sviluppo.
Si parla di “adolescenza prolungata” per indicare il tardivo svincolo dei figli dalle famiglie di origine; la difficoltà, complice lo scenario lavorativo e sociale, a raggiungere un’autonomia.
Il compito principale con cui l’adolescente si confronta è la costruzione della propria identità.
Cambia il corpo, la percezione di sé e degli altri, evolvono i livelli di autonomia e nello scenario affettivo e relazionale acquisiscono importanza il gruppo dei pari e le prime relazione amorose. Si creano nuove appartenenze che sono rese possibili attraverso la graduale separazione dalla famiglia.
Attraverso trasformazioni, conflitti e nuove sfide l’adolescente inizia a rispondere alla complessa domanda “Chi sono io?”.
Ogni fase di sviluppo rappresenta una cartina tornasole: fa emergere i nodi irrisolti pregressi.
Ad esempio, nella transizione verso l’adolescenza si possono evidenziare i bisogni e le difficoltà non risolti durante l’infanzia.
Un adolescente potrà separarsi in modo sano dalla propria famiglia se prima ha sviluppato un saldo senso di appartenenza, interiorizzando la base sicura da cui potersi allontanare e in cui poter far ritorno.
Oltre al percorso individuale esiste quello famigliare: il cambiamento riguarda tutti.
La famiglia con figli adolescenti
È difficile parlare di famiglia, essendoci molteplici nuove configurazioni familiari che non si sentono rispecchiate nella “famiglia tradizionale”.
Nel rispetto delle diverse famiglie individueremo degli aspetti importanti ed utili a livello trasversale.
I genitori si confrontano con una famiglia ed una società molto diverse da quelle della loro adolescenza.
I loro modelli genitoriali rischiano di essere “fuori tempo”, poco integrabili all’attuale scenario.
Genitori smarriti, disorientati, e al contempo preoccupati di non riuscire a svolgere adeguatamente il proprio ruolo. Genitori, che faticano a riconoscere il loro bambino in un nuovo corpo e con comportamenti inediti. Genitori che dovrebbero svolgere la funzione di guida ma al contempo ne sono alla ricerca.
La famiglia con figli adolescenti è chiamata a rinegoziare la relazione col figlio. I genitori devono sostenere i figli verso la vita adulta, incoraggiando la loro sperimentazione nel mondo esterno. La sfida è trovare il giusto equilibrio tra distanza e vicinanza, mantenendo salda la funzione normativa (regole e limiti) ed affettiva. È auspicabile una posizione autorevole e condivisa dai due genitori, non autoritaria e
non lassista. I genitori devono inoltre elaborare la crisi di mezza età, ciò influisce sulla capacità di essere coerenti con il proprio ruolo.
Spesso si assiste a differenze intergenerazionali troppo sfumate, genitori che si configurano da un punto di vista psicologico e relazionale come fratelli o amici. È fondamentale che i genitori facciano i genitori.
È inoltre importante curare lo spazio di coppia, prima fisiologicamente occupato dall’accudimento dei figli piccoli. Il maggiore tempo a disposizione per il “Noi” di coppia non di rado fa emergere difficoltà precedentemente camuffate.
Infine, in questa fase famigliare è centrale il rapporto con le famiglie di origine. I nonni hanno raggiunto l’età dell’anzianità e della vecchiaia e richiedono maggiori cure. È importante che la coppia non sostituisca lo spazio prima dedicato al figlio con la completa dedizione alla famiglia d’origine.
Rapporti complessi con le famiglie d’appartenenza emergono incisivamente in questa fase. È difficile prendersi cura dei propri genitori se ci sono antichi risentimenti.
Per i genitori separati è fondamentale mantenere la co-genitorialità: si smette di essere coppia coniugale ma non coppia genitoriale. È importante che ciascun genitore abbia inoltre un dialogo diretto con il figlio, senza che ci sia uno dei due a svolgere la funzione di intermediario. Analogamente, i genitori devono avere una comunicazione diretta tra loro senza che il figlio debba fare da mediatore.
Pillole di consapevolezza per curare la relazione con i figli adolescenti
È importante avere consapevolezza degli aspetti psicologici, emotivi e relazionali perché sono alla base dei comportamenti che si attuano.
Concretamente sono utili alcuni accorgimenti.
- Non invadere l’intimità degli adolescenti: è naturale che ci sia un maggiore bisogno di intimità, fisica e psicologica. La porta della cameretta chiusa è naturale ed è importante rispettare il nuovo confine dei propri figli. Ciò significa che condotte di iper-controllo non giovano alla relazione e alla
crescita. - Controllare la propria ansia: la maggiore autonomia dei figli provoca molta ansia nei genitori, che vorrebbero preservarli da ogni pericolo. Se l’ansia è eccessiva si instaura un circolo di preoccupazione costante, che inevitabilmente viene interiorizzato anche dall’adolescente, che si confronterà con maggiore disagio con le sfide della sua età. È utile ricordare la differenza tra preoccuparsi ed occuparsi: è fondamentale occuparsi dei propri figli senza un eccesso di
preoccupazione. - Fornire limiti chiari e coerenti: gli adolescenti contestano i limiti ma ne hanno disperatamente bisogno. È fondamentale che i genitori stabiliscano limiti condivisi, chiari e coerenti. Se
un genitore è autoritario e l’altro lassista, come spesso accade, è chiaro che non si potranno strutturare limiti funzionali per lo sviluppo e la crescita. - Sostenere il conflitto senza sentirsi in colpa: gli adolescenti cercano il conflitto perché ne hanno bisogno. Sovente i genitori si sentono in colpa, si percepiscono inadeguati ed indietreggiano rispetto una posizione autorevole fondamentale. È importante che non si cerchi nei figli la conferma di star svolgendo bene il proprio ruolo poiché il figlio adolescente che sente lo spazio di esprimere rabbia verso il genitore sta manifestando un aspetto sano e fisiologico. Un figlio che sente di dover proteggere eccessivamente il genitore inevitabilmente sacrificherà i propri bisogni.
- Avvicinarsi al mondo degli adolescenti senza svalutarlo. Nonostante le vedute divergenti è importante incuriosirsi della realtà e delle abitudini dei propri figli. Se un figlio si sentirà svalutato con molta probabilità non solo avrà difficoltà con la propria autostima ma tenderà a non condividere nulla di sé per timore della disapprovazione. Inoltre, potrà esacerbare aspetti non condivisi dal genitore come forma di provocazione e conflitto.
- Non fare il braccio di ferro ma valorizzare la mediazione.
È importante nel dialogo con i propri figli:
- Ascoltare;
- Rispettare i tempi e i silenzi;
- Non contestare la persona ma il comportamento errato (non pronunciare frasi come “sei un fallimento” ma ad esempio “questo comportamento non lo condivido perché..”).
- Evitare di arrivare all’escalation della rabbia: non entrare in simmetria con i propri figli ma mantenere una posizione adulta differenziata.
- Evitare di rispondere alla provocazione con provocazione.
- Evitare paragoni con altri: non utilizzare come “il figlio della mia amica non fa come te ecc.”.
- Trasmettere fiducia nelle capacità dei figli.
I genitori vivono giornate stressanti e stancanti, hanno le loro difficoltà e non sempre si riesce nel miglior modo a svolgere il proprio ruolo. Il genitore e la famiglia ideale non esistono. Accettare i propri limiti, accogliere i propri disagi, prendendosene cura è il primo passo per crescere insieme ai propri figli con consapevolezza.
Dott.ssa Giulia Gregorini
Psicologa – Psicoterapeuta
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