“Si ride e si piange”, così il celebre fumettista italiano, Leo Ortolani, commenta la sua esperienza da genitore adottivo. Il complicato e lungo iter burocratico per l’adozione internazionale, affrontato con pazienza assieme alla moglie in Colombia, è illustrato da Ortolani nella nuova edizione, ampliata, di “Due figlie e altri animali feroci”.
Una vita da genitore adottivo secondo Leo Ortolani
Geniale fumettista, noto al grande pubblico come creatore di Rat-Man, Leo Ortolani è oramai una figura iconica e amata nel panorama italiano. Ma Ortolani è oggi anche un papà, che assieme alla moglie, ha deciso di adottare due sorelline colombiane: Lucy Maria e Johanna.
Il difficile e lungo periodo dell’adozione, quando Ortolani si trovava ancora in Colombia con la moglie, ha rappresentato l’ispirazione per la pubblicazione di Sperling&Kupfer : “Due figlie e altri animali feroci”. Una storia divertente e commovente allo stesso tempo, con lo scopo di mettere in luce quanto sia complesso portare avanti l’iter adottivo in una realtà come quella colombiana.
©Leo Ortolani
Il libro, ora in edizione ampliata per Bao Publishing, racconta anche dell’incontro fra genitori e figli, della diffidenza che i bambini provano verso i grandi e di quello che si avverte nel diventare improvvisamente papà e mamma adottivi. Il racconto ironico, ma con ciò mai banale, descrive la normalità e la quotidianità dei bambini.
L’adozione spiegata dal fumettista Leo Ortolani: “Non è stato semplice”
In una recente intervista al Corriere della Sera, Ortolani spiega le ragioni che hanno condotto al successo del suo libro. Una storia carica di emozioni, che si rivolge a quanti affrontano l’adozione e vogliono trovare conforto o, più semplicemente, lasciarsi andare in un pianto liberatorio.
“Io capisco che si debba essere scrupolosi per il bene dei bambini. Ma al bene dei genitori non ci pensa nessuno? Si tratta di persone che sono lì perché non è arrivato un figlio naturalmente e già il fatto che si siano decisi ad adottare è un passo enorme“, queste le parole del fumettista.
Successivamente prosegue “Le persone che lo hanno letto spesso mi dicono che è una boccata di ossigeno. L’adozione è una via crucis: quando arrivi alla fine sei terrorizzato. È successo anche a noi. Il sistema colombiano è allucinante: non c’è un processo graduale, come in Italia. Io e mia moglie dall’oggi al domani ci siamo trovati con due bambine, di tre e quattro anni, che urlavano, urlavano, urlavano. Comprensibilmente: prova a immaginare la loro paura“.
©Leo Ortolani
Il lavoro da fumettista e da papà
Ortolani, da sempre abituato a conciliare l’abitudine alla fatica, non ha smesso di portare avanti Rat-Man, anche durante la complicata fase dell’adozione. A questo proposito precisa “Ho sempre lavorato come un pazzo, per rispetto verso il mio lavoro e verso Rat-Man, anche durante la formazione della mia famiglia“.
©Leo Ortolani
La possibilità di adottare proprio due sorelline non è stata voluta ma dettata dalle circostanze. A distanza di ben 10 anni dalla presentazione della domanda di adozione Ortolani e la moglie vennero richiamati in Colombia per prendere le due bambine.
“Abbiamo aspettato dieci anni, perché non erano ancora nate!”, spiega Ortolani. Continua aggiungendo: “Fin dall’inizio. Fin dal primo giorno che ci siamo visti. Non potevano essere che loro“.
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