Visto con gli occhi ingenui di un uomo appena diventato papà, allattamento è una delle cose più naturali al mondo. Giusto pochi minuti dopo, invece, scopre che allattare non è così semplice.
Inoltre, si rende conto come l’allattamento smuova una grande sfera emotiva della neo mamma. Possono nascere sensi di colpa e sensazioni di inadeguatezza proprio in un momento nel quale si è particolarmente fragili.
Così iniziano le domande.
Si attacca o non si attacca? Se si attacca, si attacca bene?
In ospedale l’infermiera mi disse di andare a comprare un copri-capezzuolo, per favorire l’allattamento. Le domande continuarono anche lì, fino a chiedermi “la misura”. Credo che la risposta di ogni papà sarebbe stata come la mia: “Normali.”
C’è sempre un’amica di tua moglie che le regala il “cuscinone”, che favorisce la posizione madre e bambino. Un cuscino che da solo occupa mezzo letto, di solito la tua metà. Così adesso nel lettone siete in quattro: il bambino, la mamma, il cuscinone e tu (rigorosamente in ordine decrescente di importanza).
Poi scopri una terminologia nuova. C’è la montata lattea, che detta così ti viene in mente un cappuccino ma è meglio che tu non lo dica neanche come battuta. C’è l’ingorgo, che non è quello dell’orario di ingresso e uscita dagli uffici. Il raccordo anulare non c’entra niente, anche in questo caso meglio evitare la battuta.
Prende abbastanza latte?
Strano ma vero. L’evoluzione dell’uomo, in questo caso della donna, non ha previsto delle tacchette sul seno per indicare il latte bevuto dal bambino. Così, altro argomento di discussione post parto, è se il bambino prende abbastanza latte.
Un’altra amica di tua moglie, le suggerisce di usare il metodo della “doppia pesatura”. Detto così pensi che sia carino. Poi ti rendi conto che è un incubo perché devi confrontare la differenza di peso in termini di grammi, prima e dopo la poppata, di un esserino che non sta fermo un minuto e che appena lo stendi sulla bilancia inizia a far saltare il display da 0 a infinito.
Così potresti avergli dato una damigiana di latte come averlo lasciato a bocca asciutta.
Tua moglie ti guarda come se dovesse essere la cosa più semplice del mondo dopo che hai noleggiato in farmacia una bilancia il cui piatto si muove con il minimo spostamento d’aria.
Perché “tu” (papà) non sei nessuno
E poi proferisci l’unica frase che ti sembra adatta alla circostanza senza sapere che scatenerà un inferno a casa tua: “Secondo me ha mangiato abbastanza”.
In questo campo tu non sei nessuno, il tuo “secondo te” non vale niente, non sei un pediatra, non sei una puericultrice, non hai neanche il seno ma, soprattutto, non hai mai allattato e mai lo potrai fare.
Allattamento a scadenze fisse o a richiesta?
Vince a stragrande maggioranza, quasi bulgara, l’allattamento a richiesta. Visto che il bambino non dice “Ho fame!” l’allattamento a richiesta si risolve nell’attaccarlo quando piange. Che tra l’altro è un buon modo per farlo smettere di piangere perché così ha la bocca occupata.
Ma il biberon?
Il biberon è il nemico numero uno dell’allattamento al seno. Per la mamma, è un po’ come la criptonite per Superman, le toglie il superpotere di allattare.
Per il bambino, è come un videogame contro un buon gioco di legno, una volta scoperto il primo è difficile voler tornare al secondo. Sembra, io non l’ho provato personalmente, che bere al biberon sia molto più semplice e meno faticoso di attaccarsi al seno.
Così non dite mai a una mamma che sta provando con sacrificio e dedizione di allattare il proprio bambino: “E se provassimo con il biberon?” Sarebbe come dire a un ciclista del Giro d’Italia che sta facendo la salita del Pordoi, secondo me sarebbe meglio provare con la bicicletta elettrica.
Quando smettere di allattare?
Su questo argomento si potrebbe scrivere un’enciclopedia di mille volumi.
Ci sono le estremiste dell’allattamento che non vorrebbero mai smettere “Perché il latte materno fa bene a tutte le età”. E tu pensi “Ma anche alle elementari?” ma non lo dici perché sai che sull’allattamento è meglio non fare battute. Così estreme che addirittura il figlio, ormai cresciuto, può prendere il latte anche stando in piedi. Sembra essere un punto d’orgoglio della mamma.
Perché, purtroppo, dal test di gravidanza in poi, vengono messi in moto degli strani meccanismi che, ben lontani dal dare vita a una rete di solidarietà, servono solo per creare per i tanti aspetti della crescita dei figli delle mamme di serie A e mamme di serie B.
Il video della settimana
Per chi se lo fosse chiesto, nella foto non sono io che sto pensando a cosa scrivere sull’allattamento… :)