Uffapapà, stretto dentro un autobus gonfio di umidità e posti in piedi, sente dire da una donna dalle labbra strette che la figlia se lo deve guadagnare il suo amore, che nulla è scontato oggigiorno.
Solitamente Uffapapà non interviene in discussioni altrui. Specie quelle di sconosciuti. Ma questa volta non ci riesce e girandosi verso la signora le dice che…
Secondo lui l’amore di una madre non si guadagna.
Non si compra.
E nemmeno si regala perché non è in vendita.
Non si fa pesare.
Non si fa pagare.
Non si ottiene con qualche espediente.
Non si cancella per qualche malefatta.
E nemmeno per qualche grande errore.
Non si deteriora.
Non scade.
Non va a male.
Non è un atteggiamento.
Non è un sentimento passeggero.
Non ha nemmeno nulla a che fare con l’amore romantico per una donna o un uomo.
Non c’è una manopola per regolarne l’intensità.
Non si spegne.
Non si accende.
L’amore per i figli non è mai sprecato.
Esiste a prescindere.
Ed è probabilmente la cosa più potente che esista al mondo.
L’amore di una madre è in grado di trasformare un bambino in un uomo bellissimo.
Una bambina in una donna meravigliosa.
L’amore di una madre insegna la vita.
Racconta una storia.
Da un senso al sacrificio.
Regala emozioni sconosciute.
Educa alla pace.
E quando Uffapapà crede di aver detto forse anche troppo si rende conto che la sua fermata è passata ormai da almeno dieci minuti. Così saluta tutto l’autobus, trasformato ormai in un talk televisivo, e di corsa si lancia verso l’uscita.
P.s. Note di viaggio
Nella discussione Uffapapà è stato caldamente spalleggiato da un’arzillissima nonna e dal suo cagnolino, da un ragazzo africano, da un signore dall’accento nordico e da una ragazza incinta.
A favore della signora dalle labbra sottili erano invece un uomo con occhiali molto spessi ed un austriaco che parlava molto molto male l’italiano (Uffapapà ha compreso bene solo la parola “Colosseo”).
La simpatica nonna ha regalato ad Uffapapà anche una pesca del suo albero. Dolce e molto succosa.
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