Tra noi e i nostri figli c’è un abisso di abitudini differenti: perché diciamocelo, se siete (come me) degli anni ’70 o magari degli anni ’80 vi ricorderete bene che niente era semplice come adesso. O meglio: forse lo era di più. Poca tecnologia, comodità alternative: vivere era un’arte varia. L’arte di essere bambini.
Ecco in cosa eravamo specializzati.
1. L’arte di cambiare canale
Quando eravamo piccoli, e potevamo guardare la tv, c’era sempre l’addetto al cambio canale: il fratello sfigato che o perché più buono, o perché più vicino, doveva alzarsi per andare a toccare il tastino sotto allo schermo. Convincere qualcuno a farlo al posto nostro, significava avere una stupefacente tecnica oratoria. Conosco avvocati che hanno cominciato così.
2. L’arte di fare fotografie
O la va o la spacca. Non c’erano prove e non si vedeva il risultato immediatamente. A noi bambini era assolutamente vietato toccare la macchina fotografica, che poi pesava più di noi. Eppure che emozione se per una volta ci facevano fare una foto! Peccato che poi spesso uscivano tutti decapitati…. Ma tanto l’avremmo saputo solo mesi dopo: perché un rullino poteva accogliere, prima di essere sviluppato, dalle foto di Natale a quelle del mare.
3. L’arte del farsi la doccia calda
E chi ce l’aveva il metano? C’era lo scaldabagno, che aveva una quantità di acqua limitata. E in ogni casa vigeva il detto: “Beati gli ultimi, se i primi sono onesti”. La velocità nel farsi la doccia era inversamente proporzionale al turno. Il primo ci stava venti minuti, l’ultimo era fuori in meno tempo di un cambio gomme della McLaren.
4. L’arte di riavvolgere la cassetta con la penna
Era l’incidente più classico di tutti: il nastro usciva, magari tirato dal fratello piccolo, e noi con santa pazienza lo riavvolgevamo tutto con l’aiuto di una penna. Solo per polsi fermi.
5. L’arte saper di giocare
Avevamo pochi giocattoli, ma una fantasia infinita. Bastava mettere insieme 2 o 3 bambini e si poteva passare la vita a giocare: in giardino, in cortile, persino per strada. Avevamo gambe, braccia e cervello: le tre cose migliori da usare!
6. L’arte di avere fiducia
Se ci portavano a scuola, restavamo a scuola. Se andavamo in palestra, aspettavamo i genitori fino all’arrivo. Noi sapevamo che loro sarebbero giunti (prima o poi) e loro sapevano sempre dove trovarci. Senza connessioni, telefonate compulsive o messaggi su Facebook. Ci fidavamo.
Forse, a differenza di tanti ragazzini di oggi, avevamo semplicemente l’arte di essere bambini.
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