La blogger canadese Joanna Venditti, che ha documentato la sua gravidanza e la nascita delle proprie gemelle sul suo sito personale, dopo l’allattamento ha fatto una scoperta davvero scioccante che avrebbe potuto portarla inesorabilmente alla depressione. Eppure la giovane mamma non si è data per vinta e ha continuato al lottare in nome della propria salute psichica e del benessere dei suoi due gioielli. Scopriamo insieme cosa le è successo.
La giovane e affascinante Joanna Venditti, che recentemente è diventata madre di due splendide gemelline – Everly e Mia – , ha preso atto gradualmente che, in seguito all’allattamento, si verificavano fenomeni allarmanti: entrambe le piccole, infatti, presentavano eruzioni cutanee da pannolino piuttosto estese che si trasformavano, talora, in ferite sanguinolenti e, inoltre, avevano problemi intestinali assai frequenti.
La donna, sconvolta, si è immediatamente rivolta al proprio pediatra di fiducia che, in un primo momento, ha parlato di intolleranza ai latticini. Solo in seguito, invece, è emersa la verità, ovvero che le piccole Everly e Mia erano allergiche al fruttosio, una sostanza che è presente nella frutta, nel miele, in alcuni vegetali, ma anche nel latte materno.
Scoprire che il latte materno era nocivo per le piccole non è stato assolutamente piacevole per Johanna, tuttavia grazie a questa diagnosi, la donna è riuscita a identificare il problema e, di conseguenza, a eliminarlo. La frustrazione derivante dal vedere le proprie piccole sofferenti, invece, l’avrebbe inevitabilmente fatta scivolare verso una pericolosa depressione. Per fortuna le cose sono andate diversamente e le due gemelline allergiche al latte materno, ora sono in perfetta forma!
Ecco le toccanti parole della donna canadese a proposito della sorprendente scoperta: “Guardo indietro a questa esperienza e sono grata del fatto che la depressione e l’esaurimento non abbiano avuto la meglio. Ho semplicemente seguito la mia intuizione, che mi ha spinto a portare le mie bambine avanti e indietro dal dottore”.
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