Nel corso degli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato come le mamme che hanno figli maschi tendano a essere più stressate e una ricerca condotta presso l’Università di Granada sembra confermare questa tesi. Scopriamo di seguito perché la nascita di un maschietto può diventare un fattore di stress e quali sono le cause.
Chi ha figli maschi è più stressata
Secondo la scienza il fatto che le mamme di figli maschi soffrano maggiormente di stress non deve preoccupare dato che si tratta di qualcosa dettato dalla natura e anche da fattori chimici.
Innanzitutto il citato studio realizzato da alcuni ricercatori spagnoli si è focalizzato sul momento del parto e le sue conseguenze: i maschietti infatti rilascerebbero nel corpo della madre in misura maggiore rispetto alle femminucce alcune sostanze dannose che, nei casi più gravi, possono portare anche alla depressione o all’Alzheimer.
Attraverso dei campioni di sangue prelevati dal cordone ombelicale si è studiato il livello dei radicali liberi presenti e lo stress ossidativo causato da questi in termini di disfunzioni corporee: le madri di figlie femmine invece presenterebbero un maggior livello di antiossidanti perché soggette all’azione di sostanze chimiche “meno aggressive“.
Una questione di… chimica
La ricerca in questione ha analizzato solamente le fasi successive al parto ma secondo gli studiosi queste reazioni chimiche possono avere effetti a lungo termine su tutta la vita della madre, specialmente con l’insorgere dei cosiddetti fattori di rischio. I radicali liberi (considerati tra i principali responsabili dell’invecchiamento) che permangono dopo la gravidanza non solo sono responsabili di infiammazioni ma danneggiano le cellule materne che reagiscono come se il corpo fosse infetto, dando origine così a delle disfunzioni.
Inoltre in base ai risultati di altre ricerche le donne che sanno di partorire un maschio dovrebbero aumentare l’assunzione di vitamina D perché sarebbero le più a rischio, senza dimenticare anche l’importanza di questi composti organici per lo sviluppo del feto in gravidanza.
Radicali liberi e fattori di rischio
Tornando sui risultati della ricerca effettuata presso l’ateneo di Granada c’è un aspetto che preoccupa. Analizzando i livelli di stress ossidativo (ovvero la rottura di quel fragile equilibrio tra produzione ed eliminazione delle sostanze chimiche ossidanti) nelle madri in cui c’è una elevata quantità di radicali liberi si è riscontrato pure il rischio di un peggioramento della loro salute col passare degli anni.
Insomma anche il sesso del nascituro potrebbe essere considerato in futuro come un piccolo fattore di rischio da non sottovalutare e anzi da monitorare sin dalla gravidanza per prevenire l’insorgere di alcune patologie: avere una bambina provoca infatti alla donna meno infiammazioni a livello cellulare e sottopone a livelli nettamente inferiori di stress il suo fisico.
Il video della settimana
Ok, il prossimo livello del moderno femminismo, in futuro potrebbe addirittura andare a controllare ed eventualmente bloccare le nascite se dovesse trattarsi “malauguratamente” di un maschietto anziché una femminuccia? Che brutto futuro che ci attende…totalmente misandrico.