Come comunicano i bambini appena nati? Con il pianto, naturalmente; e piangendo vogliono dire molte cose, spesso diverse tra di loro. Che sia una richiesta di attenzione o la necessità di soddisfare bisogni fisiologici come la fame o il sonno, quando il bimbo piange alle mamme non resta che intuire quali siano i motivi e cercare di asciugare le sue lacrime.
Da uno studio pubblicato su Child Development è emerso che le mamme più empatiche, quelle che riescono a rispondere meglio e più velocemente al pianto dei propri bambini, sono quelle che hanno avuto a loro volta un’infanzia positiva.
Da un’analisi su un campione di circa 200 donne per un periodo di circa un anno e mezzo (dalla gravidanza ai 6 mesi del bambino) è emerso che le donne che in passato avevano sperimentato episodi di depressione o che erano state psicologicamente instabili, quando il bimbo piangeva, apparivano maggiormente concentrate su loro stesse, piuttosto che sulle necessità dei loro piccoli. Inoltre, dimostravano una minore sensibilità materna e a volte percepivano il pianto dei bambini come fastidioso e “manipolatorio”.
Come ha sottolineato Esther Leerkes della University of North Carolina, prima autrice dello studio: “Rispondere al pianto dei bambini è un compito difficile ma importante. Alcune madri possono avere bisogno di aiuto per controllare la propria angoscia e riuscire a interpretare il pianto dei bambini come un tentativo di comunicare bisogni o disagio”.
Ecco allora che, più una donna ha avuto un passato sereno e si è sentita amata, più è in grado di rispondere alle esigenze dei propri figli, comunicando loro affetto e facendo loro capire di poter sempre contare sulla mamma.
L’infanzia, infatti, è uno dei periodi più importanti della vita. Si forma il carattere, si fanno le prime esperienze nel mondo, si interagisce con le altre persone e si gettano le fondamenta per lo sviluppo non solo fisico, ma soprattutto psicologico di un individuo. Ecco perché aver avuto (e far avere) un’infanzia positiva, gioiosa, piena d’amore è una garanzia per le future generazioni.
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