Le principesse Disney costituiscono un cattivo esempio per bambini e bambine? È da questo quesito che ha preso il via lo studio realizzato da Sarah Coyne, una ricercatrice interessata a come il mito delle principesse potesse influenzare i bambini sugli stereotipi di genere.
Le principesse Disney sono un cattivo esempio? Il primo studio
Il timore della ricercatrice della Brigham Young University era che l’immagine di una principessa fisicamente perfetta, che pensa solo a vestiti e gioielli, che fa poco altro se non attendere di essere salvata dal principe azzurro sul cavallo bianco, potesse comunicare un’idea di modello sociale retrogrado, con ricadute negative sull’immagine corporea delle ragazze ed un rafforzamento di idee antiquate sull’impotenza delle donne per le ragazze e la mascolinità aggressiva per i ragazzi.
Ad un primo studio, realizzato tra il 2012 e il 2013 e che sembrava confermare le sue paure, ne è seguito però un secondo più recente. I risultati sono stati a dir poco sorprendenti.
A spingere la ricercatrice a svolgere un’analisi approfondita del fenomeno furono le sue ansie per l’ossessione di sua figlia per le principesse. Così la dottoressa Coyne ha condotto un primo studio con 307 bambini di 4 e 5 anni (distribuiti più o meno equamente tra maschi e femmine) in cui pose a bambini e genitori un questionario sulle abitudini legate alla TV.
Domande ad esempio su quanto spesso guardavano i film e i programmi TV delle principesse, quanto spesso giocavano con i giocattoli delle principesse e in più chiese di classificare i loro giocattoli preferiti da una scatola di giochi tipicamente considerati “femminili” (set da tè e bambole), “maschili” (action figure e set di attrezzi) e “neutri” (puzzle e set di colori).
Ha così scoperto che un elevato coinvolgimento con la cultura delle principesse era associato a comportamenti più femminili-stereotipati sia tra i maschi che tra le femmine : un risultato rassicurante per i genitori di ragazzi che amano le principesse e crescono per essere più in contatto con le loro emozioni, ma un risultato non troppo confortante per i genitori che cercano di trovare modi per insegnare alle loro figlie forza e indipendenza.
Il secondo studio
In uno studio di follow-up in cui la dottoressa Coyne ha intervistato circa la metà dei bambini di quello stesso gruppo (tanti quanti erano disposti a partecipare cinque anni dopo), che avevano allora 10 e 11 anni.
La ricercatrice ha chiesto loro di indicare quanto facessero uso di affermazioni stereotipate di genere come “dire parolacce è peggio per una ragazza che per un ragazzo” o “mi piacciono i neonati e i bambini piccoli” oppure domande sulla percezione del proprio corpo.
È rimasta a dir poco sorpresa nello scoprire che le ragazze che a 5 anni erano ossessionate dalla cultura delle principesse adesso erano in realtà più propense ad avere opinioni progressiste sui ruoli di genere (come ad esempio a sostenere sia l’emancipazione femminile che l’espressione delle emozioni da parte degli uomini ).
E non c’era alcuna differenza visibile nell’immagine del corpo per i bambini che giocavano di più o di meno con le principesse. Infatti, la cultura delle principesse sembrava avere un effetto positivo sull’immagine corporea anche per i bambini provenienti da famiglie a basso reddito, ribaltando le aspettative di Coyne che la cultura delle principesse avrebbe portato all’ossessione per il peso e l’immagine.
Bisogna anche dire che nel corso degli anni la Disney ha un po’ svecchiato la sua immagine della classica principessa : basti pensare a Frozen, che uscì appunto successivamente al primo studio, a Mulan oppure al più recente Raya, in cui le eroine femminili ribaltano appunto gli stereotipo di genere.
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