Il metodo educativo di Maria Montessori è quello che qualsiasi educatore e genitore dovrebbe fare proprio: l’errore è visto come un qualcosa che deve essere permesso, a tratti quasi addirittura incoraggiato perché strumento di crescita.
L’errore è esperienza e quindi maestro di vita
Un grande errore che i genitori commettono è quello di fare le cose al posto dei propri figli oppure di dare loro la soluzione a qualche errore che hanno commesso, senza dare loro quasi nemmeno il tempo materiale di sbagliare, rendersene conto e pensare a come fare per ripararvi.
Ebbene, il metodo educativo montessoriano reputa questo tipo di atteggiamento sbagliato e diseducativo per il bambino, che deve avere la “libertà” di fare errori e di apporvi rimedio in modo autonomo, senza che sia l’adulto, genitore od educatore, a farlo al posto suo.
Insomma, educatori e genitori devono far proprio il vecchio adagio secondo cui “sbagliando si impara”. Davanti ad un errore del bambino non bisogna avere una reazione negativa, ma anzi deve essere un momento di crescita e di condivisione in senso positivo.
Secondo Maria Montessori dare modo al bambino di commettere errori e porvi rimedio in modo autonomo è la strada maestra per fare in modo che in lui germogli il seme della indipendenza ed anche quello della creatività, perchè quest’ultimo termine sta anche ad indicare la capacità di destreggiarsi in situazioni inaspettate frutto, appunto, di una scelta errata.
Aiutare i bambini a capire che l’errore è qualcosa di positivo
Un aspetto molto importante che educatori e genitori devono cogliere è quello relativo a come reagire di fronte all’errore del bambino. Quest’ultimo valuterà l’errore in quanto positivo o negativo anche in virtù dell’ambiente circostante che si verrà a concretizzare in seguito allo stesso. Cosa si intende con quanto appena detto? Che l’errore non deve essere assolutamente sottolineato con riprovazione, ma anzi deve essere sottolineato per quello che è, ovvero un momento di crescita e di maturazione. Questo significa che nel momento in cui si fa notare ad un bambino un errore che ha commesso, ciò deve avvenire senza farlo sentire inadeguato e dandogli degli input per capire come, in autonomia, porvi rimedio. Questo è il modo migliore per fare in modo che i bambini vivano l’errore non come qualcosa di negativo e di cui vergognarsi, ma come, appunto, uno dei tanti momenti di evoluzione nel loro lento ma costante processo di crescita.
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