Si chiama Still Face l’esperimento condotto da Ed Tronick negli anni ’70 che denota l’importanza dell’interazione tra madre e figlio.
In poche parole l’esperimento consiste in tre fasi: nella prima madre e figlio interagiscono tra loro in maniera del tutto normale, utilizzando vocalizzi, espressioni facciali e contatti.
Nella seconda fase invece la madre assume un’espressione neutra e stabile. Qui il bambino reagisce cercando di richiamarla a sé, mettendo in pratica comportamenti sempre più attrattivi (aumento del volume dei vocalizzi, grida, pianti) fino al conseguente metodo di auto-regolazione che lo porta a concentrarsi su altro, fino a chiudersi in sé stesso.
Nella terza fase la madre torna ad avere un comportamento normale e il bambino recupera immediatamente la propria personalità, tornando a rivivere la fase 1.
In cosa consiste l’esperimento Still Face
Lo Still Face mette in luce alcuni aspetti fondamentali per quanto riguarda lo sviluppo della psicologia di un bambino, Ed Tronick parla infatti degli effetti che, come dimostra l’esperimento, un comportamento assente da parte della madre (o del genitore in questione, perché come ricorda anche Francesco Dragotto, in una famiglia esiste anche una figura paterna) può portare il bambino a chiudersi in sé stesso e a sviluppare comportamenti assimilabili alla depressione o all’autismo.
Secondo l’esponente dell’Infant Research infatti, non esiste niente di più importante che la buona interazione tra genitori e figli. Aspetto che porterà il bambino a sviluppare una struttura psicologica stabile e forte su cui andrà ad appoggiarsi tutto il suo essere in età matura.
Quando è più importante l’interazione?
Basandosi sugli esperimenti effettuati, Tronick ha osservato che l’interazione tra madre e figlio ha effetti già nelle prime settimane di vita, ma è dai 3 ai 6 mesi che questi si intensificano e risultano fondamentali per l’evoluzione della psicologia del bambino.
Il tutto si protrae poi fino all’età prescolare ma, man mano che passa il tempo, il bambino muterà il proprio comportamento basandosi sulle esperienze passate.
È stato osservato infatti che, intorno al secondo anno di vita, iniziano a comparire strategie di auto-regolazione più mature, le quali portano il bambino a sopperire in maniera più controllata all’eventuale assenza della madre.
Molto poi è da ricondurre al temperamento sviluppato dal bambino, caratteristica che non è però riconducibile al semplice caso, bensì alle esperienze affrontate dal piccolo nei primi periodi della sua vita.
L’esperimento Still Face è stato una pietra miliare per lo studio dell’interazione tra madre e figlio, ed è tutt’oggi in cerca di approfondimenti che potrebbero portare a comprendere l’evoluzione dell’interazione umana.
Il video della settimana