Il tema dell’aborto è uno tra i più delicati che si possano affrontare. Purtroppo alcuni Paesi nel mondo sembrano non voler sentir ragioni, e applicano regolamenti sull’aborto a dir poco restrittivi.
La lettera pubblicata da un’ecografista sui recenti sviluppi negli Stati Uniti getta uno sguardo diverso su un diritto che non sempre è riconosciuto alle donne, neanche in Italia, nonostante ci sia una legge che lo dovrebbe tutelare.
Il caso di Esme ad El Salvador
È stata individuata semplicemente con il nome Esme, la donna di El Salvador condannata a 30 anni di carcere in seguito ad un aborto spontaneo. Il paese del Centro America è infatti uno tra i più duri circa le leggi relative all’aborto, e uno spontaneo come quello occorso ad Esme è nel piccolo Paese considerato un omicidio aggravato.
Il caso di Esme non è peraltro isolato, dato che a El Salvador ogni donna è obbligata dalla legge a portare a termine la gravidanza in qualsiasi circostanza. Per coloro che interrompono la gravidanza sono previsti tra i 30 e i 50 anni di carcere, e soltanto negli ultimi 20 anni oltre 180 donne sono state condannate per omicidio per tale motivo.
Mentre in altri paesi, come l’ultra-cattolico Messico, o anche la Spagna, si cerca di andare avanti : negli ultimi mesi sono state emanate leggi a favore della libertà di scelta delle donne e della salute riproduttiva.
L’inasprimento americano
Arriva dagli USA l’intenzione di limitare il diritto all’aborto. La storica sentenza che difendeva questo diritto, la Roe v. Wade del 1973, è appena stata annullata dalla Corte Suprema americana con una decisione che ha lasciato il paese spaccato.
La decisione purtroppo è stata presa dalla maggioranza conservatrice dei membri della Corte Suprema : e la decisione della Corte Suprema non è neanche lontanamente lo specchio di quello che pensa la gente negli Stati Uniti. Nei sondaggi realizzati negli anni seguenti alla sentenza dalla società Gallup, si evidenzia come la maggior parte degli americani sia in realtà a favore del diritto di aborto.
Le reazioni di dissenso sono state molteplici, sia in manifestazioni popolari, che da personaggi dello star system, che da aziende di stampo progressista, che hanno aspramente criticato la decisione.
L’annullamento di questa sentenza rimanda ora a ogni singolo Stato la legislazione in merito, purtroppo in un momento in cui in diversi stati conservatori, tra cui il Mississippi, vogliono penalizzare duramente la pratica dell’aborto, in ogni circostanza.
In almeno 23 Stati come l’Alabama, il Texas o il Missouri, stanno per entrare in vigore le cosiddette trigger law che vieteranno direttamente l’aborto o lo limiteranno moltissimo.
La lettera di un’ecografista
È la lettera di un’ecografista il messaggio più incisivo che circola nel web contro queste leggi restrittive : questo messaggio, vuole mostrare l’aborto attraverso un diverso punto di vista, scagliandosi contro quelle realtà, come quella statunitense, sempre più inclini ad impedire pressoché totalmente l’interruzione di gravidanza.
Con una serie di esempi, l’autrice della lettera ha sottolineato i numerosi casi nei quali la gravidanza può rappresentare un grave problema per la salute fisica e mentale di mamma e feto: mutazioni cromosomiche e deformazioni gravissime, malattie che comportano elevati rischi di vita
Si aggiungono tante altre condizioni che riguardano giovanissime donne inconsapevoli e impreparate anche fisicamente ad affrontare una gravidanza, donne che hanno subito uno stupro e moltissimi altri casi. Ma come dice nella lettera “la questione è che nessuno dovrebbe decidere cosa fare del corpo di un’altra persona, neanche per salvare una vita“.
Una legge che vieta l’aborto cercherebbe di impedire l’interruzione della gravidanza, considerandola una pratica fuori legge. Ma non per questo l’aborto scomparirà : si moltiplicheranno gli aborti illegali, come è già successo prima, con gravi rischi per la salute delle donne.
La lettera prosegue cercando di evidenziare come l’aborto debba essere un diritto esclusivo di ogni donna, che in maniera libera e volontaria può decidere del proprio corpo. Tutto il resto diventa invece un modo per controllare le donne.
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