La lettera che Cathy Brown ha scritto alla propria figlia dovrebbe far riflettere molti genitori che sono soliti mettere sotto pressione i figli, nel momento in cui finiscono le scuole superiori e si trovano a dover decidere quale percorso di studi intraprendere. Questa mamma, infatti, che pure ai suoi tempi è stata una studentessa modello, ritiene che l’università non deve essere vissuta come una tappa obbligata e socialmente imposta, ma deve essere una scelta consapevole e mirata.
Lettera di una madre alla figlia: l’università non è un obbligo
Cathy Brown ha scritto una lettera pubblica alla propria figlia, destando il sincero interesse di tutto il popolo del web.
In questa missiva la donna invita la figlia, che ha appena finito gli studi liceali, a non sentirsi costretta a frequentare l’università, in quanto ritiene che ciascun individuo debba essere libero di scegliere, sentendosi completamente libero da ingerenze esterne. Cathy, del resto, parla per esperienza personale:
“Sono andata al college per accontentare mio padre e mia madre. Non fare lo stesso. Sono già orgogliosa di te. Fallo perché vuoi diventare medico o insegnante, fallo perché hai voglia di questa esperienza”.
Lettera di una madre alla figlia: fai quello che desideri davvero
D’altra parte ci tiene anche a sottolineare che, a suo parere, cultura e conoscenza non necessariamente devono essere acquisite frequentando dei corsi di studio canonici, ma possono anche essere coltivate in maniera informale e secondo le proprie specifiche esigenze. Proprio per questo motivo scrive alla figlia che “Le opportunità per educare se stessi sono senza limiti”.
D’altra parte ritiene anche che il desiderio di conoscere e scoprire non possano essere imposti: “Spero tu possa coltivare l’amore per i libri e non leggerli perché devi, ma perché vuoi”.
Lettera di una madre alla figlia: vai all’università solo se lo desideri
Insomma questa mamma piena di buon senso e dalle indubitabili capacità empatiche, ha voluto spronare la figlia a seguire il proprio cuore, senza sentirsi obbligata a fare ciò che tutti fanno.
Non ci si iscrive all’università “solo perché la società dice che è la cosa giusta da fare”, ma solo se alla base c’è una autentica vocazione.
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