Con la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado resasi necessaria dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) ha prontamente, già da tempo, fornito indicazioni sullo svolgimento della didattica online.
Purtroppo non sempre, però, i docenti prestano la dovuta attenzione a questo aspetto delicato che, con il prolungamento della chiusura di tutte le aule, si è reso essenziale per impedire la perdita dell’anno scolastico a milioni di alunni in tutto il paese.
Associazioni di genitori, unitamente anche a molti insegnanti consapevoli dell’importanza di una corretta impostazione della didattica, hanno evidenziato alcune criticità.
Molti insegnanti danno troppi compiti e fanno poca didattica
“In molti istituti assistiamo a un sovraccaricare di compiti e basta che non ha senso” denuncia Angela Nava Mambretti, Presidente del Coordinamento Genitori Democratici.
I genitori sono infatti preoccupati dall’eccessiva mole di compiti assegnati dagli insegnanti agli alunni costretti a casa. Secondo quanto riportato dalle associazioni di genitori, che recentemente si sono riunite in videoconferenza, accade troppo spesso che i docenti si limitino ad assegnare frequentemente un gran numero di esercizi per sopperire alle mancate lezioni in aula.
Col risultato che gli studenti vengono sovraccaricati e stressati, e non riescono quindi a trarre nessun beneficio da ciò che dovrebbe essere utile a mantenere in allenamento la memoria e le nozioni acquisite sui libri.
Inoltre ciò impedisce a ragazzi e bambini di inseguire e approfondire i loro interessi personali. Paolo Limonta, maestro elementare di Milano e assessore all’edilizia scolastica, a tal proposito condivide uno sfogo su Facebook:
Fate svolgere ai vostri figli il dieci per cento di quello che vi sta arrivando da fare. Per il resto del tempo fategli leggere quello che vogliono, fategli guardare film, fategli costruire qualcosa, fateli perdere in uno strepitoso far nulla, fategli inseguire sogni, fateli sentirsi con gli amici, fateli restare tranquilli
Viene inoltre espresso con preoccupazione il fatto che, in alcuni casi, i compiti sostituiscono completamente la didattica e certi docenti non dedicano il loro tempo allo svolgimento di lezioni.
La comunicazione tra studenti e docenti
In questo contesto viene dunque a mancare lo scopo primario della scuola, ossia la formazione dei giovani studenti e la loro educazione, volta allo sviluppo di un pensiero critico e personale che servirà loro per tutta la vita.
Privandoli del contatto con gli insegnanti, che dovrebbero essere punti di riferimento, i ragazzi rischiano di restare senza stimoli. Secondo Anna Guerrieri, presidente delle famiglie adottive e affidatarie, “gli alunni hanno bisogno di tanta connessione affettiva nell’apprendimento in queste condizioni”.
Analogamente la maestra Marzia Mascagni chiede ai suoi colleghi:
Non ingozzate i vostri alunni di compiti, non sono oche. Piuttosto, fatevi sentire: più che il programma conta non interrompere il filo della comunicazione con loro
In definitiva quindi la scuola non può permettersi di abbandonare i propri allievi, anche e soprattutto in un momento di grande crisi come questo. Deve invece mantenersi come punto fisso di riferimento, e come sostegno non solo per gli studenti ma anche per le famiglie nella loro interezza.
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