Non c’è bambino al mondo che non si illumini quando sente la musica.
Questo è particolarmente vero per quanto riguarda i bambini molto piccoli, letteralmente rapiti dalle note musicali.
Al di là dell’essere un semplice svago, la musica è fondamentale per lo sviluppo del bambino, sia dal punto di vista psicologico, sia dal punto di vista fisico.
Montessori e Suzuki: due teorie che si incontrano
Sono ben note le teorie in proposito, a cominciare da quelle della pedagogista Montessori, fino a terminare con quelle del metodo Suzuki.
Approfondiamo dunque il motivo dell’importanza dell’insegnare la musica al bambino e scopriamo qual è l’importanza di questa arte nel suo sviluppo.
La pedagogista Maria Montessori, il cui metodo di insegnamento è ormai celebre, e il musicista Shinichi Suzuki, sono stati accomunati nel XX secolo dall’amore per l’insegnamento libero ed alternativo ai bambini.
Pur senza aver mai sviluppato una teoria comune, entrambi nel loro ambito hanno sempre testimoniato quanto la musica fosse importante per lo sviluppo dei bambini, da tutti i punti di vista.
Secondo le teorie montessoriane tutti i bambini sono dotati in tal senso, l’importante è capire in quale direzione indirizzarli e non ostacolarli.
La Montessori parlava di una vera e propria ‘gioia di vivere’ che guida il bambino verso il suo pieno potenziale, e la musica in questo favorisce lo l’espressione di sé.
Dello stesso avviso era Suzuki, che vedeva nell’ambiente la possibilità per il bambino di manifestarsi, e curiosamente parlava della stessa forza vitale che porta il bambino a sviluppare il suo talento.
La musica e l’importanza della stimolazione sensoriale
La musica, e ancor prima i suoni, rappresentano una delle prime modalità con le quali il bambino interagisce con il mondo.
Qualunque bimbo, anche molto piccolo, muoverà la testa verso la fonte musicale, e questo suo meccanismo innato serve anche a capire fin da subito se il suo sistema uditivo è funzionante o meno.
Non solo però, il bambino proverà anche a riprodurre i suoni che sente, capacità che la Montessori definiva ‘intelligenza assorbente’.
Suzuki parlava di apprendimento senza sforzo, capacità che si può paragonare a quella teorizzata dalla pedagogista.
Fino ai tre anni i bambini sarebbero in grado di assorbire letteralmente come una spugna quello che è contenuto nel loro ambiente.
Perché è importante la musica?
Perché i bambini, come gli adulti del resto, interagiscono e apprendono per imitazione grazie ai cosiddetti ‘neuroni specchio’. Questa classe di neuroni si attiva involontariamente quando un soggetto osserva un’azione compiuta da un altro soggetto e lo imita e viceversa. È un concetto alla base dello studio dell’imitazione e del linguaggio.
Le più recenti teorie e pratiche educative fanno un uso intensivo della musica come linguaggio, strumento di comunicazione emotiva e esercizio pratico. La Psicomusica ad esempio utilizza la semplificazione in simboli per poter “immaginare” la musica (guarda video).
Secondo quindi una teoria di educazione a tutto tondo, vivere in un ambiente senza musica priverebbe i bambini di uno stimolo necessario al loro sviluppo, non solo per il gusto per l’arte, ma anche la sensibilità e la capacità di comunicare.
Suonare uno strumento poi, dopo i 6 anni, aiuta ad armonizzare i movimenti.
La musica quindi rappresenta un mezzo fondamentale per la crescita dei bambini.
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