Quando si tratta dei nostri figli, tutti noi cerchiamo di dare loro sempre e solo il meglio, se poi si parla di alimentazione, le cose si complicano ulteriormente.
Da alcuni anni, ormai, si parla di prodotti biologici e di alimentazione sana. Anche chi vive nelle grandi città fa di tutto per cercare di acquistare frutta e verdura biologica, di stagione e se possibile a Km zero. Questo nella speranza di poter consumare prodotti di qualità, privi di trattamenti chimici e con tutte le loro proprietà nutrizionali.
La domanda di tali prodotti è quindi aumentata in modo esponenziale e con essa, purtroppo, le truffe ai danni del consumatore.
L’ultima di queste è stata smascherata solo pochi giorni fa a Roma. Sono infatti state sequestrate ben 2000 confezioni di alimenti etichettati come biologici – ma che di fatto di biologico avevano ben poco – destinate al commercio sul web. Si perché se si cerca di risparmiare qualche euro, il web è la via migliore. In questo caso le etichette originali sono state rimosse dai prodotti ai quali ne sono state applicate delle altre fasulle, ma questo è solo uno dei metodi per ingannare gli acquirenti. Un’altra prassi molto comune è quella di violare le norme igienico sanitarie, quindi, prodotti con elevati contenuti di OGM o trattati con agenti chimici, vengono spacciati per biologici.
Altre volte, invece, gli agricoltori richiedono finanziamenti per una produzione biologica che in realtà non esiste. Tutto questo per far fronte alla crescente domanda che genera un giro d’affari tutt’altro che irrilevante.
L’Unione Europea, in seguito a quest’ultimo fatto, ha severamente redarguito il nostro paese, minacciando di sospendere i finanziamenti per la Politica Agricola Comune del 2014-2020. Questo sarebbe un provvedimento devastante per l’economia dell’Italia, fatta anche di tanti onesti lavoratori.
Ma il consumatore come può tutelarsi? Innanzi tutto prestando molta attenzione alle etichette e non soffermandosi solo su eventuali diciture DOP, IGP, SGT-biologico, ma controllando che il prodotto sia effettivamente rintracciabile. Si deve sapere dove è stato prodotto e confezionato. Certo, questo non da la garanzia di sfuggire al 100% alle truffe.
Probabilmente, quando fosse possibile, converrebbe rifornirsi solo da produttori di fiducia, magari il piccolo contadino del paese o il parente che si diletta a coltivare qualche ortaggio per la famiglia.
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