Nella giornata di ieri i figli dei cittadini stranieri di Lodi, esclusi in precedenza dalla mensa scolastica, vi hanno fatto ritorno insieme agli altri grazie a 80mila euro di donazioni: tuttavia, a livello politico, la vicenda resta in alto mare con l’amministrazione comunale che non ritira la delibera.
I bambini tornano a mensa
Una piccola, seppure temporanea, vittoria per i bambini stranieri in precedenza esclusi dalla mensa scolastica : nonostante la delibera dell’amministrazione comunale di Lodi, grazie alle donazioni raccolte dal “Coordinamento Uguali Doveri” (80mila che dovrebbero bastare fino al prossimo Natale per pagare i buoni pasto), i figli di 180 famiglie di altre nazionalità che non sono riusciti a dimostrare la propria situazione economica sono tornati a mangiare assieme ai loro compagni. Tuttavia, il caso è ben lungi dall’essere risolto dato che il primo cittadino del centro lombardo, Sara Casanova, ha fatto sapere che il Comune non intende fare passi indietro e ha ricevuto il plauso del Ministro degli Interni, Matteo Salvini, parlando di scelta dettata dal “buon senso” e dal “rispetto delle norme”.
Politica divisa: si attende l’esito del ricorso
Non la pensano così Roberto Fico, Presidente della Camera, e Luigi Di Maio, vicepremier e Ministro del Lavoro: i due esponenti del Movimento 5 Stelle hanno ribadito che bisognava trovare una soluzione, elogiando coloro che hanno reperito le somme necessarie e aggiungendo di essere dalla parte dei bambini (costretti a mangiare un panino in aule separate), pur senza attaccare apertamente l’alleato leghista.
Intanto, in attesa di capire quale sarà l’esito del ricorso che il comitato “Coordinamento Uguali Doveri” ha presentato al Tribunale di Milano, continua la protesta contro la Giunta lodigiana e spunta anche un preside “dissidente” che si è opposto alla direttiva della Casanova. Il preside Eugenio Merli ha ammesso di non essere d’accordo con la decisione di lasciare i bambini fuori, andando incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà. Il preside ha infatti aggirato la norma facendo leva su una sentenza del Consiglio di Stato ma, intervistato da La Repubblica, ha pure aggiunto di non voler “prendere posizione, non è una decisione politica ma ho solo agito come mi sembrava giusto fare“.
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