A Chelsea, uno dei più esclusivi distretti nel cuore di Londra, sta riscuotendo grande successo una curiosa iniziativa imprenditoriale: il ristorante “La mia mamma” è infatti dedicato alla riscoperta della cucina italiana e vede impegnate ai fornelli le madri di coloro che sono emigrati per lavorare nella City o anche donne che da tempo risiedono Oltremanica.
Il ristorante italiano delle mamme emigrate
Il progetto culinario è stato avviato solamente da poche settimane ma ha già riscosso consensi tra l’esigente clientela locale e, come era prevedibile, ha suscitato la curiosità dei media nostrani: a Londra, nell’esclusivo quartiere di Chelsea, ha aperto “La mia mamma“, un italian restaurant che vede impegnate ai fornelli delle donne che, per motivi diversi, si trovano a vivere per brevi o lunghi periodi nella City.
Infatti, alcune di loro fanno spesso tappa nel Regno Unito per andare a trovare i figli che lavorano a Londra, mentre altre sono emigrate oramai da alcuni anni nella metropoli più cosmopolita d’Europa. E, nell’idea dei coordinatori di questo progetto, uno degli aspetti fondamentali sarà il “turnover” che andrà in scena proprio in cucina: infatti, a intervalli di tre mesi, le mamme si daranno il cambio lasciando il posto ad altre, in modo da diversificare sempre il menu.
Riscoprendo i sapori della terra d’origine Come hanno spiegato, nel corso di alcune interviste rilasciante negli ultimi giorni, Peppe Corsaro e Corrado Mozzillo (due imprenditori da tempo attivi nel settore della ristorazione), si tratta di un’idea innovativa che ha come fine quello di portare a Londra le eccellenze della tradizione enogastronomica italiana, mettendo a disposizione di chi vive all’estero una “mamma” che cucini quei piatti che può gustare solamente quando torna alle nostre latitudini.
A detta di Mozzillo e Corsaro, la sfida per il ristorante “La mia mamma” è stata quella di insegnare alle nuove cuoche il modo di gestire un locale e di preparare pranzi anche per diverse decine di persone: e le prime a cimentarsi tra i fornelli sono state tre donne siciliane, ma in seguito sono risultate essere 40 le adesioni a un appello lanciato su Facebook dagli stessi ideatori.
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