Gli italiani, sempre più poveri e senza lavoro, sono facili prede della ludopatia, la dipendenza cioè da gioco d’azzardo come slot machine e videopoker, complice anche la capillare diffusione delle macchinette che ormai regnano sovrane in tantissimi locali.
Iniziare è semplice, smettere molto meno: lucine e musichette richiamano per quella sembra essere una semplice giocata, ma che per molti diviene l’inizio della fine di un tracollo inarrestabile che colpisce risparmi di una vita e gli affetti di sempre. La loro presenza in bar e tabacchi rende potenziali vittime di ludopatia noi stesse e i nostri cari, il papà dell’amichetto del nostro bambino e le nostre colleghe: in una parola, tutti quanti noi.
A fronte di uno Stato che continua a lucrare sull’installazione di queste macchinette e di gestori che, volenti o nolenti, le ospitano nei loro locali è partita dal basso una campagna, SlotMob, volta a richiedere una legge in materia e alla sensibilizzazione della società nei confronti di quella che è, a tutti gli effetti, una piaga silenziosa, tragica e senza fine.
Fra le proposte, c’è il rilancio di bar quali luoghi di aggregazione e, quindi, la promozione di installazione di giochi tradizionali, come il calcio balilla o il ping pong, che facciano socializzare, anzichè isolare i clienti. Ma anche premiare i gestori di locali che, nonostante la crisi, hanno deciso di rimanere in piedi puntando sulle consumazioni, anzichè sui jackpot e, per questo, insigniti di un adesivo da affiggere all’ingresso.
Da canto nostro, possiamo boicottare i locali che ospitano le slot, consumando la colazione e il caffè in uno dei tanti bar no-slot ancora presenti sul territorio nazionale. Un semplice, ma eloquente gesto per affermare il nostro secco “no” alla ludopatia.
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