7 febbraio 2024 –
Nella puntata di “Che Tempo Che Fa” del 29 gennaio, Luciana Littizzetto ha nuovamente acceso un faro su un tema delicato e purtroppo ancora attuale: la denatalità, la maternità e il rientro al lavoro delle neomamme.
Le sue parole hanno dato voce a un’esperienza comune a molte donne, che spesso si ritrovano ad affrontare demansionamenti, colpevolizzazioni e difficoltà concrete nel conciliare esigenze lavorative e familiari.
Rientro al lavoro dopo la maternità: tra demansionamenti e colpevolizzazioni, serve un cambio di rotta
Lo ripetiamo spesso e lo ripeteremo ancora: in una società che vede le mamme lavoratrici come un peso non c’è spazio per politiche “contentino” e piccoli incentivi. Deve proprio cambiare la mentalità per cui una donna che fa figli sarebbe una forza lavoro inaffidabile e di minor valore.
Numerose testimonianze confermano la gravità del problema: neomamme private di responsabilità, relegate a compiti marginali o addirittura fatte sentire in colpa per aver desiderato e avuto un figlio. Una situazione inaccettabile che non solo mortifica le capacità e le professionalità di queste donne, ma le discrimina e ostacola la loro crescita professionale.
Quindi dobbiamo deciderci una volta per tutte: se le famiglie monoreddito non sono più la realtà (anche per il semplice fatto che è sempre più difficile e rischioso per una famiglia affidarsi solo ad un reddito in famiglia), e se la maternità va supportata al massimo per invertire la tendenza sulla denatalità, l’unica strada è il sostegno alle neomamme, anche sul posto di lavoro. E per fortuna tanti datori di lavoro si stanno convincendo di questo, con politiche aziendali family friendly.
Leggi anche: Amazon: a Piacenza arriva il ‘turno mamme’ per chi ha figli fino a 6 anni
Infatti paradossalmente, mentre si denuncia la denatalità e si accusano le nuove generazioni di egoismo, si ignora il grido d’aiuto di tante donne che vorrebbero conciliare maternità e carriera. La soluzione non è certo nelle accuse, ma in un concreto sostegno alle neomamme e alle famiglie.
Dice nuovamente Littizzetto:
Se come dice il governo bisogna aumentare la natalità, allora bisogna fare più figli.
Aumentare la natalità senza donne che partoriscono è un po’ come aumentare la natura cementificando.
Polemiche: la donna non è la stessa dopo la maternità
Luciana Littizzetto ha quindi ribadito che al ritorno al lavoro la donna “non deve essere demansionata, perché è la stessa” E aggiunge “Con il parto cambia un po’ il suo fisico, non il numero dei suoi neuroni“.
Leggi anche: Gravidanza e memoria ballerina: che cos’è il baby brain
Non mancano le polemiche e le critiche per questa frase di Littizzetto, e qui vorremmo spezzare una lancia in suo favore. Perché sì, prima di scattare sull’attenti dovremmo proprio ascoltare tutto il discorso che ha fatto attorno alla maternità e non estrapolare solo una frase.
Molte mamme hanno fatto notare infatti come la maternità comporta tutta una serie di mutamenti fisici e mentali, primo tra tutti il minor tempo a disposizione, e che l’impegno tra le mamme e i papà ha differenze importanti.
Nel suo monologo Littizzetto, pur ammettendo che le mamme hanno meno tempo, ribadisce anche che non è che questo le renda meno affidabili dell’uomo : “La donna, con la maternità, ha meno tempo per il lavoro, è ovvio, ma questo non significa che l’uomo che al lunedì passa 5 ore su 8 sui voti del fantacalcio sia concentrato al 100%”.
La tutela e il rispetto per la maternità sin da subito
Luciana Littizzetto quindi ribadisce nel suo monologo che le donne con figli non hanno una marcia in meno e che forse bisognerebbe dare più spazio alla tutela delle future mamme, sin dalla gravidanza. Segnala infatti una tenera iniziativa dal Giappone, in cui alcune giovani donne in attesa mettono un badge molto particolare. “C’è un bambino nella mia pancia” dice la scritta. Una sorta di avviso per i viaggiatori, che come lei si trovano nella metro, per evitare di essere schiacciate o spintonate quando i mezzi sono affollati. “E magari qualcuno potrebbe anche alzarsi e lasciare il posto a sedere” aggiunge Littizzetto.
“Lo dico a tutte le ragazze che avete un bimbo in pancia e correte avanti indietro su una metro per andare a lavorare o studiare: se si comincia a rispettarle da subito le future mamme poi magari è più facile non costringerle a dimettersi“
Per completezza, vi lasciamo qui il video della puntata di ‘Che Tempo che fa’ del 29 gennaio:
Il video della settimana