18 aprile 2025 –
Il prestigioso concorso World Press Photo ha incoronato la sua immagine dell’anno: un ritratto toccante e potente che mostra il volto innocente della guerra. Lo scatto, realizzato dalla fotoreporter palestinese Samar Abu Elouf, immortala Mahmoud Ajjour, un bambino di nove anni che ha perso entrambe le braccia durante un attacco aereo a Gaza, nel marzo 2024.
La forza silenziosa dello scatto di Samar Abu Elouf
Ricordiamo con amarezza che la guerra a Gaza era stata lo scenario anche per la foto vincitrice dell’anno scorso, ribattezzata “La Pietà di Gaza”: in quella foto si vedeva una madre che abbracciava il sudario del figlio. Foto scioccanti e terribili, che dovrebbero fungere da memento per la tragedia che dura ancora oggi.
La fotografia premiata nel 2025 mostra un bambino, Mahmoud, con indosso una semplice canottiera, illuminato da una luce calda che entra da una finestra. La composizione mette in risalto la sua espressione assorta e malinconica, mentre l’assenza delle braccia sottolinea con forza, proprio con il vuoto, le innumerevoli ferite della guerra in Palestina.
Era il marzo 2024, Mahmoud stava uscendo di casa con la sua famiglia quando è stato colpito dall’esplosione. Il primo braccio gli è stato reciso all’istante, il secondo è stato amputato poco dopo, senza anestesia, perché tra i pochi ospedali ancora in piedi nella Striscia, nessuno era attrezzato.
La famiglia è poi riuscita a raggiungere il Qatar, dove il piccolo ha ricevuto cure mediche a Doha e ha conosciuto la fotografa che ha immortalato il suo sguardo intenso e la sua resilienza.
Lucy Conticello, presidente della giuria e direttrice della fotografia per il magazine francese M, ha spiegato così la scelta:
“L’immagine riesce a stratificare la complessità del racconto. Ti cattura per la bellezza e ti colpisce per il dolore. È questo che fa il grande fotogiornalismo: ti costringe a guardare oltre.”
Samar Abu Elouf lavora dal 2021 per il New York Times e ha iniziato a documentare la vita dei civili palestinesi evacuati e gravemente feriti dopo aver lasciato Gaza nel dicembre 2023. La sua fotografia non è solo un’opera artistica: è una testimonianza di ciò che accade lontano dai riflettori.

Mahmoud Ajjour, Aged Nine – Samar Abu Elouf, Palestine, per The New York Times
(fonte: World Press Photo)
Le altre immagini finaliste: migranti e crisi climatica
Un altro scatto selezionato tra i finalisti è “Night Crossing” (Attraversamento notturno, ndr) del fotografo statunitense John Moore, noto per il suo lavoro sui temi dell’immigrazione. La foto ritrae un gruppo di migranti cinesi infreddoliti, che si stringono sotto la pioggia nei pressi di Campo, in California, dopo aver attraversato il confine tra Messico e Stati Uniti.
Il fenomeno dell’immigrazione cinese è in forte aumento: nel 2024 sono stati oltre 38.000 i migranti fermati al confine, contro i 2.200 del 2022. La giuria ha apprezzato la capacità dello scatto di “raccontare una realtà sfaccettata spesso semplificata nel dibattito pubblico.”
Il terzo scatto finalista è firmato dal fotografo peruviano Musuk Nolte, autore della serie “Droughts in the Amazon” (Siccità in Amazzonia, ndr). La fotografia immortala un uomo che trasporta del cibo a piedi verso il villaggio della madre, percorrendo il letto prosciugato del fiume Solimões, in Brasile. Fino a poco tempo fa, la zona era raggiungibile solo in barca.
Attraverso questa immagine, Nolte denuncia gli effetti tangibili del cambiamento climatico:
“Questa crisi mostra quanto siano interconnessi gli ecosistemi globali. Pensiamo siano problemi lontani, ma presto ci riguarderanno tutti.”
World Press Photo 2025: una mostra itinerante per raccontare il mondo
Le immagini selezionate tra le oltre 60.000 fotografie candidate saranno protagoniste di una mostra internazionale che toccherà le principali città del mondo. In Italia, il pubblico potrà ammirarle a Genova, Roma, Torino e Lodi, dove verranno raccontate le storie dietro ogni scatto.
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